Vino e Finanza: Avignonesi diventa di proprietà belga

La famiglia Falvo, fondatrice di Avignonesi, una delle più importanti realtà produttive di Montepulciano (il Vin Santo e l’Occhio di Pernice sono due must nel mondo, come pure il Nobile), ha ceduto il pacchetto di maggioranza dell’impresa vitivinicola a Virginie Saverys, componente dello staff dirigenziale della compagnia marittima con sede ad Anversa Compagnie Maritime Belge NV.La Saverys, attraverso la società di capitale belga “Victrix”, era già in possesso di una quota (30%) di Avignonesi, rilevata esattamente un anno fa, quando Ettore Falvo decise di lasciare l’azienda. L’affare, di cui non si conosce l’entità in termini di cifre, è stato chiuso a metà luglio e comprende anche la cessione della società di distribuzione di vini e distillati “Classica”, sempre proprietà di Avignonesi.La famiglia Falvo resta proprietaria della Masseria Li Veli, l’azienda vitivinicola pugliese acquistata nel 1999 e del 10% di Avignonesi, che continuerà a gestire nei prossimi cinque anni, mantenendo alla presidenza Alberto Falvo.

Fonte: winenews

Non so a voi, forse sarà troppo campanilista, ma che una società belga acquisti una impresa italiana fa un pò rabbia. Possibile che, tra le mille aziende italiane che vengono acquisite da capitale straniero, non riusciamo a mantenere sotto il tricolore nemmeno Avignonesi, vanto dell'enologia italiana?



1 commento:

Galax ha detto...

Io penso che sia una notizia sollevante invece sentire che nel mare nostrum di imprese che falliscono, che rubano o che producono prodotti scadenti, qualcuno che certamente di valore se ne intende brama per acquistare le azioni di un’azienda italiana a gestione familiare. Sempre meglio del cosiddetto made in Italy che per mantenersi a galla passa la produzione in Cina e poi si spaccia per italiano. È più italiana la belga Avignonesi che la GRANDI FIRME che ci fanno pagare 2.500 euro una borsa che viene iniziata in Italia e finita in Cina (costo prodotto euro 18 circa). Per quanto sono alti i costi di produzione in Italia, e questo riguarda tutti i settori, solo chi ha veramente “spalle economicamente molto ampie” può permettersi oggi di continuare a fare le cose per bene, con qualità e con un certo stile come Avignonesi, altrimenti si guardi al Veneto, dove fioriscono laboratori dove cinesi ammassati vivono in branco all’interno degli stessi senza misure igienico-sanitarie, senza sicurezza, senza orari e per miseri compensi (circa 100 euro al mese alloggio compreso). L’Italia è uno scandalo per come sta andando e ringraziamo Dio se qualcuno è ancora interessato ad investire nel nostro Paese dei balocchi. Mi scuso per lo sfogo, ma quando sento o leggo questi luoghi comuni dello “straniero” che compra imprese italiane come una cosa da guardare per forza in negativo mi viene da sorridere (per non piangere). Dite la vostra che ho detto la mia.