Rosso Cesanese 2012: è tempo di cambiare!


Scrivere o non scrivere, questo è il problema. Lo scorso anno mi sono preso tutte le ingiurie dei produttori perchè avevo, secondo loro, mal interpretato il loro vino. Quest'anno, che la situazione è stata peggiore, mi domando: scrivere o non scrivere. Dirlo o non dirlo. La tensione, fortunatamente, un pò me l'ha stemperata il mio amico Fabio Cagnetti su Intravino che, senza giri di parole, ha scritto alla sua maniera quello che tutti abbiamo pensato ad Anagni.


E' stato cattivo ed offensivo? No, assolutamente, perchè gli offesi stavolta siamo noi che su oltre trenta vini ne abbiamo salvati cinque o sei mentre gli altri, e penso di parlare anche per le persone che mi erano accanto, erano senza anima o, peggio, difettati. In quest'ultimo caso non mi si venga a dire che c'erano molti campioni di botte perchè la scusa non regge. 

Cari produttori, proprio voi che nonostante tutto avete fornito il vostro vino al giudizio della stampa, perchè non vi fate un giro all'Anteprima del Chianti per verificare di persona come vanno le cose da quelle parti, soprattutto come sono i grandi vini spillati da botte. 

Abbiate coraggio e cambiate le vostre abitudini di cantina, parlate col vostro enologo (se lo avete) e mandatelo in giro per l'Italia a confrontarsi con realtà più dinamiche e qualitativamente migliori del Cesanese. Purtroppo, ad oggi, ce ne sono tante! Imparate dagli altri e dagli errori degli altri!


Uscite dal paesello, dalla logica del "chissenefrega tanto il vino lo vendo", cominciate ad amare il bello, l'estetica, perchè un produttore senza quel tipo di concezione non potrà mai fare un vino decente, nemmeno in una granda annata come la 2010 che, teoricamente ottima, siete riusciti a mal interpretare.

Insomma, datevi da fare perchè il prossimo anno non vogliamo più bere vini così, perchè il vostro "tirare a campare" pregiudica anche il lavoro di quei pochi produttori (peccato mancassero i Macciocca) che lavorano bene. Anche loro, mi chiedo, come fanno a crescere se devono confrontarsi con realtà del genere? Che senso ha dire che il loro vino è il migliore quando gli "sfidanti" non sono all'altezza di gareggiare?

In tutto questo bailamme, come ha scritto Macchi, salvo un paio Cesanese base 2010 come il Colleticchio di Corte dei Papi, molto fresco ed agrumato, e il Campo Novo di Casale della Ioria che rappresentano un punto iniziale discreto per approcciarsi al Cesanese di qualità.


Tra le DOCG 2010 Superiore, tra i tanti, troppi vini di scarso appeal, ho trovato più che discreti il Massitium di Pileum, Casale della Ioria e i due vini di Coletti Conti, Romanico ed Hernicus, con una leggere preferenza per quest'ultimo che risulta ad oggi davvero ben espresso e un vino dall'ottimo rapporto q\p.


Tra i DOCG 2009 Riserva, tra vini amaroneggianti e rifermentati, ho trovato un porto sicuro solo nel Torre del Piano di Casale della Ioria, davvero complesso e profondo, e nel Vajoscuro di Giovanni Terenzi che, rispetto alle annate precedenti, ho trovato felicemente ingetilito e smussato dei suoi angoli.


Abbiamo degustato in totale 31 campioni e me ne sono piaciuti circa un terzo. Questo fornisce la visione di insieme di una situazione da ribaltare. Subito.

2 commenti:

Maurizio La Rocca ha detto...

Ciao Andrea, di Berucci hai assaggiato qualcosa? A me anche L'Onda ha incuriusito... (anche se il giro di vigna, uve, cantina, imbott. è un po' lunghetto, ma dichiarato in etichetta). Invece Bolla di Urbano come lo hai trovato?

D'accordissimo sulle altre impressioni generali, tue e di Fabio.

Un saluto
Maurizio

Andrea Petrini ha detto...

Controllo gli appunti ma non mi pare di ricordarlo a livelli eccelsi.

Maria te ne sai qualcosa?