Cantinando 2013: l'Aglianico del Vulture è una cosa seria!

Alla fine l'ho fatto, ho seguito il Ciuccio lucano di Cantinando che in un caldo sabato di agosto, tra Autogrill affollati di turisti in vacanza e strade dai panorami mozzafiato, mi ha portato fino a Barile per farmi scoprire ancora una volta la grandiosità dell'Aglianico del Vulture.
La location, e passatemi il termine anglosassone, è davvero bellissima e suggestiva: siamo nel Parco Urbano delle Cantine, ovvero all'interno di un'area di grande importanza storico e culturale visto che queste grotte, interamente scavate nel tufo, sono stati i primi rifugi degli albanesi e dei greci che sono immigrati a Barile a partire dal XIV secolo e che, tuttora, ancora conservano in loco le tradizioni etno-linguistiche arbëreshë
La bellezza del posto, inoltre, è talmente dirompente che nel 1964 Pier Paolo Pasolini girò da queste parti alcune scene della natività e della strage degli innocenti del film II Vangelo secondo Matteo

Foto: www.phototrip.it 
Foto: http://www.basilicatanet.com

Cantinando, arrivato se non erro alla settima edizione, è stato organizzato in maniera egregia dall'Associazione Sisma all'ombra del maestoso Monte Vulture non è solo una festa popolare ma, sopratutto, una iniziativa socio culturale che tende a snodarsi in un percorso fatto di musica di qualità (quest'anno bellissima la partecipazione di Giovanna Marini), arte, storia, poesia e, soprattutto, degustazione di Aglianico del Vulture che, come per lo scorso anno, ha avuto come palcoscenico di eccezione la Terrazza dei DOC e dei DOP ovvero il cortile dell'ex Locanda del palazzo oggi di proprietà dell’Azienda Basilisco.

L'entrata, dal costo di 7 euro, permetteva di degustare un solo vino delle nove aziende presenti. Superato questo limite, che per me rimane molto stringente, si dovevano pagare 2.5 o 3.5 euro per bere i vini base o i vini selezione/riserva.

Il cortile. Fonte: Cantinando.it

Appena superato l'ingresso, sulla sinistra, trovo subito la grande Elena Fucci che tra abbracci e sorrisi mi presenta il pluripremiato Titolo 2010, un Aglianico del Vulture che per finissimo equilibrio, regale eleganza e piacevolezza di beva conferma la grande maturità che Elena ha raggiunto nel corso del tempo e che, ne sono sicuro, permetterà a lei di togliersi tante soddisfazioni fino a diventare una delle regine indiscusse del vino italiano. A soli 30 anni, intanto, per molti è diventata il punto di riferimento di tutta le denominazione. What else?

Elena Fucci
Titolo 2010

L'azienda vinicola Paternoster, che non ha bisogno di presentazioni essendo una dei fari storici della denominazione, si trova accanto ad Elena e, come facile immaginare, era abbastanza presa d'assalto dai vari appassionati per cui, dopo un pò di fila, arriva il mio turno. Non riesco a degustare il Don Anselmo perchè mi dicono avere "prezzo a parte" per cui mi devo "accontentare", se non voglio sborsare 3.5 euro, del Synthesi 2012. Ok, affare fatto! Il vino, affinato in botti grandi di rovere di Slavonia per l'80% e per il restante in barrique francesi, ha profumi di macchia mediterranea e pietra lavica e si caratterizza per una bocca di ottimo spessore e durevole persistenza. E propria questa la...sintesi del territorio (?).

Synthesi 2012

E' tempo di passare da Grifalco che, dopo la visita che mi avevano organizzato la mattina (seguirà report a breve) pensavo non avesse più segreti per me. Sbagliato. Durante il tour avevo mancato di degustare il Gricos 2010 che, quella sera, mi viene presentato umilmente come un "aglianico base che spesso e volentieri ci aiuta col mercato statunitense non troppo avvezzo, ancora, a tannini e strutture importanti....". Bevendo questo vino, purtroppo, capisci come spesso il concetto di "base" in alcune aziende debba essere rivisto verso l'alto. E' buonissimo e dalla beva assassina. Ad un prezzo di circa 8 euro è un regalo!


Luca Carbone mi aspetta al banco successivo, stasera è senza Sara che è in ferie con la famiglia. Meritate vacanze. Parliamo un pò di tutto, pianifichiamo per il giorno dopo la visita presso la sua bellissima cantina. Ho un solo jolly da giocare e, visto quello che mi aspetterà il giorno dopo (verticale di Stupor Mundi e non solo) mi lascio affascinare dal loro Rosa Carbone 2012. Beh, se state cercando i soliti rosati al sapor di Zigulì alla fragola le prossime righe non sono per voi. Il Rosa Carbone 2102 è un vino piacevolissimo, austero, salato e poco femminile. Già, le donne non dovrebbero bere "a canna" la bottiglia come ho fatto io...

Rosa Carbone 2012

Dopo un breve ma intenso passaggio per il bancone di Slow Food Potenza per una serie di assaggi di Presidi campani e lucani, arrivo da Viviana Malafarina e Pierpaolo Sirch, i "nuovi depositari" della tradizione dell'azienda agricola Basilisco che qualche anno fa è stata ceduta a Feudi di San Gregorio. Tra i vari assaggi presentati ottimo è stato l'approccio al Basilisco 2010, un vino dai marcati tratti vulcanici e speziati caratterizzato da tannini di ottima grana perfettamente integrati all'interno di un corpo deciso ma dotato di grande equilibrio e beva. Il Basilisco 2005, bonus prezioso, conferma che l'Aglianico del Vulture, adeguatamente affinato, può dar vita ad emozioni e complessità inaspettate per i neofiti del vino. 


Viviana e Pierpaolo
Annata 2005

Michele Laluce, per mia ignoranza, ancora non lo conoscevo e, dopo averci parlato qualche minuto, ho capito che fino ad oggi mi era mancata la vivacità mentale di questo caleidoscopico produttore di vino che al banco era accompagnato dalle sue due figlie. L'assaggio si è concentrato verso il suo vino di punta, Le Drude 2008, un vino che mi ha davvero colpito per il suo essere polposo, rotondo, succoso e gradevolmente minerale. Un virtuoso equilibrio e una persistenza notevole chiudono la degustazione. Bella scoperta!

Le Drude 2008
L'ultimo sforzo, chiamiamolo così, riguarda la visita al banco di un'altra importante azienda del territorio che prende il nome di Cantine del Notaio. Davanti a me, ancora mezza piena, si stagliava una bottiglia de La Firma 2009. Non ho fatto in tempo ad esclamare:"Voglio quella!!!!" che Amilcare già mi aveva versato mezzo calice di Aglianico del Vulture. Odorando e bevendo il vino non puoi che non constatare che questo è un vino di forte impatto emotivo, ha un estratto importante, una tattilità considerevole ed una persistenza, intarsiata da effluvi di cenere, davvero super. Certo, chi cerca il corpo di una ballerina di danza classica deve stare lontano da prodotti del genere ma se ami il vino non puoi non amare questo aglianico. Nel bene e nel male..



E' ora di tornare in mezzo alla folla, al popolo di Barile che sento festoso sotto la strada che scorre in basso ai bordi del cortile. Cantinando è anche questo, una festa fatta di voci, suoni e, perchè no, da odori di salsicce alla brace che da qualche ora mi stanno soggiogando come sirene. Arrivoooooooooooo!!





Se Fulvio Bressan è colpevole anche io sono colpevole. Come molti altri, del resto...

Sono probabilmente l'ultimo a scrivere qualcosa sul caso Bressan e, se ho aspettato tanto, è perchè sto cercando di riordinare le idee a mente fredda tentando di evitare banalità e frasi retoriche che, sono sicuro, scriverò a momenti.

Fonte: http://www.vinography.com

Bressan ha sbagliato, senza se e senza ma, e le frasi comparse sul suo profilo Facebook, non solo quelle comparse nella foto qua sopra, non lasciano adito a dubbi che trattasi di chiare espressioni di stampo razzistico che vanno condannate senza trovare alcun alibi.

L'azienda Bressan ha sbagliato anche una seconda volta, clamorosamente, perchè ha tentato di prendere le distanze dalle parole di Fulvio dicendo che non gli appartenevano in quanto provenienti dal profilo privato del vignaiolo di Farra di Isonzo. Una cazzata, questa, visto che l'azienda porta stampato il cognome Bressan e Fulvio, da quando ne è alla guida, è sempre stato un tutt'uno con la sua creatura. Non nascondiamoci dietro un dito.

Mi stupisce, in tutta questa vicenda, chi si sorprende (scusate il giro di parole) di ciò che è oggi Bressan. Fulvio è SEMPRE stato così, non è che un giorno si è svegliato razzista e ha scritto quello cose. Fulvio è sempre stato un personaggio contrastante e contrastato, vanitoso, egocentrico, superbo, maleducato. Tempo fa un mio caro amico mi parlava prorpio di lui che, durante lo scorso Vivit, ha cacciato in maniera assurda un delegato AIS dal suo banchetto solo perchè questo aveva la divisa dell'associazione.

Bressan, foto presa dal sito aziendale

Vogliamo poi parlare del rispetto nei confronti dei suoi colleghi? Basta guardare su Youtube le interviste che Bressan mi ha rilasciato qualche tempo fa e che sono costate al vignaiolo friulano la cacciata dai Superwhites.


Bressan non è perciò neanche un abile comunicatore, non c'è furbizia in lui, e di tutto ciò che sta succedendo, da imprenditore del vino, si addosserà tutte le responsabilità visto che la sua reputazione, fuori e dentro internet, è a zero e difficilmente potrà arrivare a uno negli anni. Basta pensare a tutti i siti internet che parlano di lui, dall'Italia agli Stati Uniti (dove esporta moltissimo) auspicando che professionisti del settore e consumatori, giustamente, prendano atto delle sue dichiarazione boicottando i suoi vini.

Insomma, Bressan questo era e questo sarà, non ha mai mentito a se stesso, ai suoi amici, ai suoi colleghi e a tutti coloro che hanno avuto rapporti di lavoro con lui che non potevano non sapere. Se lui è colpevole anche noi, tutti noi che in passato lo abbiamo recensito, esaltato, fatto diventare un produttore di culto dentro e fuori la Rete, abbiamo la colpa di ciò che sta accadendo e di ciò che è stato scritto.

Fulvio Bressan ha fatto comodo a molti, a chi millantava la sua amicizia, a chi si professava "esperto" perchè citava i suoi vini e, soprattutto, ai tanti che vendevano i suoi prodotti. Un esempio su tutti: SorgentedelVino.it, un'associazione di certo non è vicina a Forza Nuova, non si è mai accorta delle sue esternazioni? 

Tanta gente, quel pubblico e quella critica che ieri lo aveva esaltato, oggi sta abbandonando la barca Bressan, insultandolo e rinnegando per un passato che oggi deve essere convenientemente scabroso.

No, caro amico, te come me sei colpevole. Tutti noi, volendo, potevamo fermare l'onda della sottocultura prima che questa diventasse alta come un grattacielo di merda. Non l'abbiamo fatto e ora ci prendiamo le nostre responsabilità.

Quanto ai vini di Bressan, mi spiace, sarò impopolare, ma  se capiterà continuerò a bere i suoi vini. Oggi, più di prima, non vorrei girare le spalle a Fulvio, continuerò ancora a parlarci come ho fatto anche in passato per cercare di fargli capire che ha sbagliato e che è ora di cambiare perchè è il mondo che deve cambiare. Anche con lui.

Non farlo mi renderebbe colpevole due volte.

P.S.: evidentemente le mie ultime tre righe possono essere fraintese. La mia tesi è che di quello che ha scritto Bressan non condivido nulla e ogni forma di razzismo è da condannare fermamente. Quello che vorrei dire è che se un giorno incontrerò di nuovo Bressan non farò finta di non conoscerlo come faranno in tanti. No, andrò da lui e gli chiederò spiegazioni del suo gesto, vorrei capire cosa cazzo gli è passato in mente. Posso? Rimane fermo il fatto che su Percorsi di Vino non verranno più recensiti i suoi vini. Le sue bottiglie che ho a casa, mi spiace, ma se capita me le bevo..

A Tokyo gli appartamenti a portata di vino

Il Giappone è un paese affascinante ma per chi volesse acquistare o affittare un appartamento la questione non è affatto romantica visto che questo Paese, per la sua geografia offre poco spazio per costruire ed i prezzi del mercato immobiliare sono davvero alti anche per gli stessi abitanti che spesso, dopo essersi sposati, rimangono a vivere presso le loro famiglie in attesi di tempi migliori. 

Ogni mondo è paese!

Se, nonostante tutto, cercate casa a Tokyo e siete amanti del buon vino probabilmente non può esservi sfuggito il progetto di Takayuki Suzuki, agente immobiliare e direttore del comparto giapponese della Bordeaux Winebank, che a Marzo 2012 a dato via al progetto denominato Shibuya Shinsen Wine Apartment. 

Foto: http://japanpropertycentral.com

Di che si tratta? Semplice, all'interno del quartiere di Shinbuya, cuore pulsante della capitale nipponica, si sta costruendo un residence composto da 18 appartamenti di circa 45 metri quadri adatti a soddisfare ogni esigenza legata al vino e alla sua conservazione.

Foto: http://japanpropertycentral.com

Infatti, questo lussuoso condominio avrà a disposizione un sommelier dalle 11 alle 20 di ogni domenica così come ogni primo, terzo e quindi sabato del mese. In ogni momento il sommelier potrà rispondere via mail alle domande enologiche dei residenti i quali avranno anche a disposizione una cantina centralizzata i cui spazi potranno essere affittati per circa 22.000 yen al mese (circa 170 euro). 

Foto: http://japanpropertycentral.com

I residenti, per 10.000 yen all'ora, possono richiedere il servizio del sommelier in occasioni di cene e degustazioni con la possibilità, ovviamente, di affittare bicchieri, decanter e tutti gli accessori che possano servire in tali occasioni.

Tutti gli appartamenti privati, che possono solo solamente affittati per circa 260.000 yen al mese (3000 euro), disporranno di pavimento in legno di rovere, piccola cantinetta frigo, armadio per i bicchieri e piccola zona degustazione. 
A settembre 2013, probabilmente, saranno pronti.

Foto: http://japanpropertycentral.com

Chissà se in Italia un progetto così prenderebbe piede. Nel frattempo non ci resta che valutare il margine di successo che avrà in Giappone. Da quelle parti, si sa, stanno avanti....

Lo Champagne adatto per i rave di Ibiza? Pare sia già in commercio..

Cercherò di non essere troppo ironico ma sono costretto a farlo, devo tentare di spiegare l'idea che sta alla base di questa nuova iniziativa commerciale di stampo "sciampagnoso".

C'è un tizio che lavora ad Ibiza di nome Jorge Vallet che, nel 2011, pensando e ripensando ai motivi dell'esistenza umana, si è ritrovato a riflettere sul fatto che nessuna marca di Champagne che girava tra i vari club dell'isola fosse significativa per la movida del posto.

Cerco di spiegarmi meglio.

Questo signor Vallet, come folgorato sulla via di Damasco, ha ritenuto che Ibiza, nota per la musica elettronica, dovesse legarsi con questa bevanda in modo viscerale ed.....UNICO.

L'obiettivo di questo tizio, pertanto, è stato quello di aggiungere, si avete capito bene, la musica di Ibiza allo Champagne.

Vallet, per soddisfare questa sua innata esigenza, per oltre un anno (!!) ha fatto ricerche e ha intervistato sommelier, tecnici del suono e ricercatori della  "Ciencias de la Alimentacion".

Volete sapere il risultato di questo lavorone?

Bene!! In accordo con Nicolas Maillart, produttore di Champagne, sono state piazzate all'interno di grotte sotterranee 3000 bottiglie che sono state fatte fermentare con, nientepopodimenoche, un mix della migliore musica elettronica proposta dai migliori DJ internazionali. Musica sparata attraverso potenti altoparlanti!!!
Secondo quanto mi riferiscono sono state proprio le onde sonore e le vibrazioni ad aver catalizzato il processo di fermentazione. 

Lo Champagne non poteva avere nome migliore: DECIBEL



In giro ho trovato anche questo video dove ci sono alcune interviste a vari sommelier e DJ che decantano le virtù del vino.



Ah, sul sito aziendale ricercano 100 DJ che vogliano provare durante questa estate lo champagne. Solo se siete ad Ibiza però, altrimenti tutto questo lavoro non avrebbe senso.....




Vino ed Eros

Vino ed eros, il binomio perverso era conosciuto fin nell’antichità visto che questa bevanda a Babilonia era assunta durante le celebrazioni pubbliche e nei templi, dove gli ebbri si univano alle sacerdotesse di Ishtor, dea dell’amore. Re e dignitari erano i primi a soddisfare le proprie brame, poi con la distribuzione del vino anche al popolo la festa si trasformava in un’orgia collettiva.
Ippocrate, poi, ribadì il concetto che il vino era sinonimo di civiltà e buona salute, anche sessuale, riportando un’opinione comune secondo la quale questa bevanda, e non l’acqua, era adatta all’umanità civilizzata.
Greci e Romani dedicarono al vino il culto erotico del dio fallico Dioniso o Bacco, i cui effetti erano potenziati aggiungendo ingredienti afrodisiaci come cannella, mandorle o rosmarino. Addirittura Ovidio, nei suoi versi, suggeriva di ricorrere al vino come alibi per compiere i primi approcci o preparare all’amore: “Come se è vera nuocer può l’ebbrezza, così giova se è finta... i vini preparano gli animi e li rendono aperti agli ardori… e Venere nei vini diviene fuoco aggiunto al fuoco”.
Se il legame tra alcol e sesso è noto fin dalla notte dei tempi, solo da pochi anni si sono messe in piedi valide indagini scientifiche volte a capire il legame tra le bevande alcoliche, non solo vino, e sessualità.

Fonte: blitzquotidiano.it

La ricerca italiana più recente si chiama “L’utilizzo moderato e regolare di vino rosso è collegato a una migliore salute sessuale femminile“ ed è stata condotta da Nicola Mondaini e dai ricercatori dell’Ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze.
Lo studio ha preso in esame 800 donne dai 18 ai 50 anni, residenti nel Chianti, e attraverso l’utilizzo del “Female Sexual Function Index”, strumento di indagine utilizzato in ambito medico, ha definito la salute sessuale di ciascuna donna. Ognuna, dopo aver dichiarato se beve abitualmente vino o meno, ha dato un punteggio a ogni elemento compreso nell’atto sessuale, tra cui soddisfazione, interesse, dolore, eccitazione, orgasmo. Tutte coloro che hanno affermato di bere uno o più bicchieri di vino al giorno hanno ottenuto un punteggio più alto (27,3), rispetto alle donne che bevono occasionalmente (25,9) o non bevono del tutto (24,4).
I motivi? Sono da ricercare in alcune delle componenti polifenoliche del vino tra le quali emerge il resveratrolo, già balzato agli onori della cronaca alcuni anni fa, quando fu riconosciuto come elemento benefico per il funzionamento delle arterie. Oggi lo si celebra invece quale responsabile dell’afflusso di sangue nel membro maschile, favorendone così il rilascio e la conseguente erezione. L’unica accortezza da adottare è quella di evitare di “fare il pieno”: i dottori consigliano un consumo distribuito sui due pasti, evitando quindi di concentrare tutto alla cena, per esempio, pena l’ottenimento dell’effetto contrario!

Quindi, mi raccomando, bevete responsabilmente non solo per evitare seccature con l’alcol test ma, soprattutto, per scongiurare problemi di letto con la vostra partner!!!

Portare il vino con voi questa estate non sarà più un problema!!

Agosto, tempo di villeggiatura per molti. Per chi è in partenza per le tanto agognate vacanze, e non sa come trasportare con sé il vino, ecco alcuni suggerimenti davvero sfiziosi. 

Su Travel With Wine potete trovare queste borse per 12 bottiglie



La chicca vera e propria riguarda il trolley per aereo




Se la plastica proprio non vi dà affidamento sul sito Wine Enthusiast potete comprare la valigia da viaggio in alluminio per circa 500$


Su Amazon, invece, vendono questo set davvero interessante. La bottiglia, in questo caso, viene messa all'interno di una busta di plastica che poi verrà riempita di aria



E se proprio volete portare con voi il Tavernello, ecco la soluzione


Luciano Benetton e il vino

A Kos  nulla da segnalare, in Italia, invece, segnalo questo articolo de Il Sole 24 Ore a firma Emanuele Scarci che parla di una nuova new entry nel mondo del vino.

Passione per il vino: a 78 anni anni Luciano Benetton diventa un produttore di vino. Dopo aver passato, un anno fa, il testimone di United Colors al figlio Alessandro, il fondatore torna in pista con una start up che valorizza i vigneti "dimenticati" della società e lancia una linea di vini: semplicemente denominati Bianco, Rosso e Malvasia. Tre nomi semplici e chiari per i vini che cominceranno a essere commercializzati capillarmente nelle enoteche e nei ristoranti a partire da settembre. Indovinate il nome della cantina? Villa Minelli, quello del quartier generale di Benetton a Ponzano. «I francesi fanno riferimento allo chateau – ha sostenuto Benetton, durante la presentazione ufficiale - io alle nostre Ville» che sono tre, localizzate nei comuni di Ponzano e Villorba.

Il Bianco di Villa Minelli è ottenuto da uve Chardonnay e Pinot grigio, il Rosso da uve Merlot, Cabernet Sauvignon, Shyraz e Carmenère mentre per il Malvasia sarà utilizzata l'omonima uva istriana a grappolo spagnolo, ideale per l'abbinamento con baccalà o i formaggi piccanti ed erborinati.
Benetton avvia oggi la start up del vino ma la passione (e certo anche il fiuto del business) risale a diversi anni fa: solo la preparazione è durata sei anni. La sperimentazione dei vitigni locali e stata affidata all'enologo Francesco Serafini con il compito di creare i vini. «Abbiamo una piccola produzione – ha minimizzato Benetton – ma saremo distribuiti bene». Il vino è già in vendita in Danimarca e Norvegia. A settembre è il turno del Regno Unito «ma l'obiettivo di fine 2014 – precisa Cuzziol – è di servire 12-15 mercati». I mercati importanti di destinazione saranno Italia, Inghilterra, Danimarca, Hong Kong, Stati Uniti e Canada.

Fonte: http://www.biography.com/

E la produzione? «In tutto – precisa Luca Cuzziol, ad di Villa Minelli – si tratta di 9 ettari che producono 70-80mila bottiglie. In breve potremo anche salire a 100mila. Poi sarà Luciano Benetton a decidere se utilizzare altre proprietà per produrre di più o acquistare l'uva. Spero solo che lui abbia abbastanza tempo per seguire da vicino Villa Minelli».
Cuzziol – che è importatore in Italia dello champagne di Bruno Paillard – aggiunge che «il break even lo raggiungeremo a 50mila bottiglie. L'obiettivo è che Villa Minelli cammini con le proprie gambe. In tutti i sensi: sulle etichette non c'è nessun riferimento al gruppo Benetton».
I prezzi? «Il nostro è un vino "amichevole", ottimo ma dal prezzo abbordabile – specifica il top manager – nell'Horeca si venderà attorno ai 5,50 euro, in enoteca a 9 euro mentre nella carta dei vini dei ristoranti si troverà intorno ai 20 euro».

Nata nel 2008, l'azienda agricola Villa Minelli, società a responsabilità limitata, ha 110mila euro di capitale sociale e, attraverso la Benind, fa capo, per il 100%, a Benetton Group. 
Benetton nella sua presentazione di Villa Minelli ha sorvolato sull'investimento, risalente allo scorso febbraio, del fondo di private equity 21 Investimenti (con controllo della famiglia Benetton) nell'abruzzese Farnese, operatore di vini provenienti in particolare da Abruzzo, Sicilia e Puglia. Un'azienda non da poco: fattura oltre 30 milioni con un Mol di 6 milioni. Ricavi per il 90% realizzati all'estero con 2.600 clienti. C'è, o ci sarà, un collegamento tra la start up e la "portaerei"? «Sono due realtà completamente distinte – frena subito Cuzziol – anche perchè 21 Investimenti fa capo a Edizione e Villa Minelli a Benetton Group. Poi Farnese è un investimento finanziario, Villa Minelli è un progetto di lungo respiro».

Immagini dallo Champagne

Il micromondo dello Champagne. Le bollicine viste al microscopio!
Photograph by Gérard Liger-Belair.
Photograph by Gérard Liger-Belair.
Photograph by Gérard Liger-Belair.
Piccola curiosità: appena aperta la bottiglia le bollicine viaggiano ad una media 50 Km/h!!

Utensili del vino (in)utili. Coravin Wine Access System, per esempio!

Tra i vari accessori in commercio utili alla causa vinosa l'ultima frontiera sembra essere rappresentata dal Coravin Wine Access System, una sorta di marchingegno vampiresco composto da acciaio ed alluminio che risucchia dalla bottiglia il vino senza danneggiarlo.

Prima di vederlo in video, vi spiego brevemente come funziona: prima di tutto dovete agganciare questo attrezzo, che mi ricorda una sorta di Alien metallico, alla bottiglia che intendete "aprire".
Dopo di che, come un vampiro, il sistema farà entrare attraverso il tappo un sottile ago per estrarre il vino. Attenzione, non è necessario rimuovere la capsula o il sughero!!

Il sistema, successivamente, pressurizzerà la bottigla con dell'argon, un gas inerte innocuo in quanto presente nell'aria che respiriamo tutti i giorni. Una volta fatto il vino scorrerà attraverso l'ago direttamente nel bicchiere.

Una volta tolto il Coravin, così dicono, il sughero stesso, con la sua elasticità, risigillerà tutto in modo che il vino non venga mai a contatto con l'ossigeno continuando ad evolvere nella bottiglia in modo naturale.


Se funzionasse davvero i vantaggi potrebbero essere molteplici. Per noi appassionati il primo che  mi viene in  mente è capire a che stato evolutivo sono i vini che abbiamo in cantina. Per il settore business quello di poter offrire vini pregiati al calice senza dover necessariamente aprire la bottiglia e consumare il relativo vino in poco tempo.

Per ora il Coravin è in vendita a circa 300$ solo sul sito. Cliccate qua

Qualche anima pia che si immola?