Il Chianti Rùfina: appunti di degustazione di un vino identitario

"Il Chianti Rùfina ha tutto per camminare con le proprie gambe ed auspico che un giorno possa uscire dal calderone della denominazione Chianti".

Ho fatto tardi ed entro in sala quando Armando Castagno sta pronunciando queste parole, una sorta di preambolo a cui seguirà una degustazione di Chianti Rùfina con la presenza di 14 aziende su un totale di 22 produttori che, per l'occasione, sono capitanati da Federico Giuntini Masseti di Fattoria Selvapiana
Si capisce che l'evento è abbastanza imperdibile visto che probabilmente in Italia non è stata fatta mai una ricognizione così approfondita di questa piccola sottozona del Chianti (le altre sono Colli Senesi, Colli Fiorentini, Montalbano, Montespertoli, Colline Pisane, Colli Aretini) situata nella provincia di Firenze e distribuita nei comuni di Pontassieve, Rùfina, Londa, Pelago e Dicomano. 

Mappa della Rùfina - Foto: Lavinium

La denominazione attualmente si estende per oltre 12.000 ha e vanta una produzione di circa 3.000.000 di bottiglie di vino composto da sangiovese, per una quota minima del 75%, a cui possono concorrere le uve provenienti da vitigni idonei alla coltivazione nell'ambito della regione Toscana facendo attenzione al fatto che i vitigni a bacca bianca non potranno, singolarmente o congiuntamente, superare il limite massimo del 10% e che i vitigni Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, non potranno, singolarmente o congiuntamente, superare il limite massimo del 15%. Potenza dei disciplinari moderni!

Come ricorda anche il Consorzio all'interno del suo sito, che andrebbe aggiornato, gli elementi che caratterizzano i vini di Rùfina sono: 
  • la conformazione geologica del terreno, composto da pietre calcaree, galestro e alberese; 
  • l’esposizione solare a Sud Sud-ovest su terreni di altitudine fino a 400 mt slm che consente all’uva dei vigneti di raggiungere una ottimale maturazione; 
  • il microclima con temperature diurne alte e notti fresche d’estate, che contribuisce al mantenimento delle note aromatiche, a sviluppare spiccate acidità. 


Come già detto in precedenza, per valutare la bontà della denominazione, il Consorzio ha presentato ben 14 vini, tutti Riserva (invecchiamento di almeno due anni di cui almeno sei mesi in fusti di legno), con riferimento alle annate 2011, 2010 e 2009

Cosa ne è scaturito? Continuate a leggere!!

Poderi Il Balzo - Chianti Rufina Riserva 2011: si caratterizza per un bel frutto ciliegioso associato a sbuffi alcolici ed a una nota minerale grigio/nera, che odora di ghisa, che spesso caratterizza i Chianti di questa denominazione. Sorso in sintonia col naso.

Dreolino - Chianti Rufina Riserva 2011: rispetto al precedente ha una tendenza ossidativa più marcata che determina in questo vino odori abbastanza inusuali di frutta esotica in purea, pelliccia, propoli, paprika. Un naso morbido che al sorso si scontra invece con una vena acida abbastanza debordante e spiazzante. Più del primo ha subito l'annata decisamente calda.

Cantine Fratelli Bellini - Chianti Rufina Riserva 2011: vino abbastanza estroverso e tipico grazie ad una dotazione aromatica di frutti di bosco ancora croccanti, genziana e gomma vulcanizzata. Alla gustativa il vino sembra abbastanza indietro grazie soprattutto ad un tannino crudo, deciso e, in generale, ad un equilibrio che si rivela ancora abbastanza traballante. Ha bisogno di tempo.

Fattoria di Basciano Chianti Rufina Riserva 2011: se nella Rùfina cercate un vino moderno, globale e alla Parker allora siete sulla buona strada perchè questo è quello che fa per voi. Cioccolatoso, vaniglioso e con un bel frutto scuro a fare da contorno, ha un sorso dove (fortunatamente) il sangiovese riesce ancora a scalpitare non facendosi coprire dalla troppa modernità. Note boisè finali.

Podere il Pozzo Chianti Rufina "Vigna Vecchia" Riserva 2011: è il più mediterraneo di quello finora degustati grazie a chiare sensazioni di erbe aromatiche, prugna quasi in confettura, fiori secchi da diario, cuoio e una ben definita sensazione metallica a fare da cornice. Al sorso è molto rotondo, intenso, nitido e di buona lunghezza nel finale che si contorna di sensazioni sapide. Le vecchie vigne, probabilmente, hanno fatto il loro lavoro.

Fattoria I Veroni Chianti Rufina Riserva 2011: rispetto a Basciano qua la modernità nel vino è portato con maggiore giudizio visto che il Chianti è sì generoso ed estroverso ma rimane moderato nei profumi che spaziano dalla ciliegia sotto spirito alla felce. Magari non è di grande complessità ma anche al sorso mantiene il suo "sporco" equilibrio e la sua bella bevibilità spezzando quell'equazione bislacca che l'annata calda in zona calda (l'azienda ha sede a Pontassieve) debba sempre e comunque dar vita a vini cotti.

Fattoria Selvapiana Chianti Rufina "Vigneto Bucerchiale" Riserva 2011: dopo appena tre anni il vino è ancora di difficile interpretazione grazie ad una presenza di frutto ingombrante che cela la sola ammirevole complessità del Bucerchiale che spesso vira su note di ginepro, curcuma, terra e chiodi di garofano. Al palato, invece, è maggiormente leggibile e alla cieca passerebbe per un piccolo grande vino della côtes du Rhône grazie alle sue note mediterranee di cappero e oliva e alla sua progressione sapida, quasi salata. Da aspettare.



Castello del Trebbio - Chianti Rufina "Lastricato" Riserva 2010: naso florido dotato di note floreali di giglio e lilium legate a doppia mandata da ventate agrumate di arancia sanguinella, foglia di limone e una mineralità bianca, stavolta gessosa, che rende vibrante e meno scuro il profilo olfattivo.Gusto gradevole segnato da buona freschezza di fondo ed ampi e sottili tannini. Finale sapido.

Villa Travignoli - Chianti Rufina "Tegolaia" Riserva 2010: rispetto ai precedenti è il Chianti Rùfina col profilo più dark grazie ad una profondità che tinge di scuro la frutta che stavolta passa in secondo piano e lascia il passo a spunti di china, caffè, terra, orzo maltato. Sorso abbastanza intenso e morbido grazie, forse, ad un residuo zuccherino latente ma, come di incanto, a centro bocca si perde e svanisce abbastanza velocemente. Insoluto.

Le Coste - Chianti Rufina Riserva 2010: non so, probabilmente, spero, che la bottiglia non fosse a posto perchè ho ritrovato nel vino aromi davvero particolari di tamarindo e agrume stramaturo che, in generale, sono sintomatici di una deviazione ossidativa che al sorso fanno ricordare l'agrume candito ricoperto di cioccolato. Rimandato.

Marchesi Gondi - Chianti Rufina Riserva 2009: vino di personalità e di peso che da sempre si fa apprezzare per rigore e classicità. Il frutto, bello rotondo, è sempre sotto controllo così come apprezzabili e caratteriali sono le sensazioni di terra e ghisa che si insediano all'interno di quella nota verticale e fresca tipica del sangiovese. Al sorso l'asse acido/sapido è talmente efficiente da contrapporsi alla grande alla non poco importanti dotazioni morbide del vino che nel finale propone un lungo affondo sapido. Beh, i Marchesi son Marchesi anche nel vino.



Fattoria Il Lago Chianti Rufina Riserva 2009: nonostante sia ubicata in  uno dei luoghi più freschi della Rùfina, l'azienda ha dato vita ad un vino dal profilo maturo con un naso di sottobosco, mora, macis e legno di ginepro. Gusto abbastanza intenso, coerente, il cui contesto più adatto è a tavola dove potrebbe giocare tranquillamente il ruolo di jolly. 

Frascole - Chianti Rufina Riserva 2009: l'espressione colta della Rùfina, questo viene da pensare dopo aver degustato questo buonissimo vino che, anche in annata calda come questa, sa incantare per un naso elegante e territoriale giocato su note di frutta rossa, quasi agrumata, e da sottili effluvi di terra, corteccia, fiori rossi, china e ginepro. Bocca viscerale, elegante, dalla trama tannica efficace e dalla vibrante freschezza che dotano il sorso di una armonia di insieme molto funzionale alla beva. Sapido e interminabile il finale.

Colognole Chianti Rufina Riserva 2009: se si volesse misurare la valenza di un Chianti Rùfina si dovrebbe, nove volte su dieci, prendere Colognole come riferimento imprescindibile per via della sua nitida definizione territoriale e intramontabile sobrietà. Il vino, anche in questo millesimo difficile, non può che affascinare il degustatore grazie alla sua componente fruttata, dal colore rosso, che perfettamente amalgama i suoi profumi con le sensazioni balsamiche, floreali e minerali del sangiovese che non smette di sbuffare ricordi di asfalto e ghisa. Al palato colpisce per equilibrio e tattilità, per classicismo e vigore. Lunghissimo il finale, sapido ed austero che disegna un quadro in bianco e nero  della Rùfina destinato ai nostri nipoti.


Nessun commento: