Verdicchio dei Castelli di Jesi 2009 di Stefano Antonucci - Il VINerdì di Garantito IGP

di Luciano Pignataro


La mia grande passione sono i bianchi invecchiati. Così quando inciampo in cantina con questa cassa di Verdicchio 2009 di Stefano Antonucci, un nome, una garanzia, me ne concedo una. La prima. E si conferma, questo itigno, essere insieme al Fiano di Avellino al top nel nostro Paese. Ricco, opulento, ma anche fresco. Una goduria in riva al mare cilentano di Sapri.


Azienda Santa Barbara, Borgo Mazzini, 35. Tel 071.9674249. www.vinisantabarbara.it. 70 ettari, 650mila bottiglie.


A Cantina Astroni la Falanghina di Napoli si fa in tre - Garantito IGP

I Campi Flegrei sono un frullato di terra e mare che inizia a Napoli e arriva sino alla piana Aversana: cento vulcani, un territorio in continuo movimento nel quale sono comprese anche Ischia e Procida.
Qui la viticultura è eroica perché è assediata negli ultimi 40 anni da un cemento selvaggio e ottuso. Ecco perché i 25 ettari coltivati da Cantine Astroni attorno all’omologo cono del vulcano spento sono un atto di coraggio e di fede prima ancora che di passione. Ed è l’unico caso di grande città con più di un milione di abitanti che può vantare simili estensione di vigneti coltivato.
Gerardo Vernazzaro, erede di una tradizione secolare, ha studiato Enologia a Udine e adesso produce vini di carattere, sperimentando in continuazione, girando per il mondo e assaggiando tutto il possibile insieme alla moglie Emanuela Russo. Adesso in azienda c’è anche il cugino, Vincenzo Varchetta, anche lui enologo con esperienze maturate in giro per il mondo, tra cui l’Australia.


Il progetto Falanghina è ormai compiuto e noi ve lo vogliamo presentare perché conferma come sia poliedrico questo vitigno e quanto lavoro si può fare con questa uva.

Dalla stessa azienda Gerardo tira fuori tre etichette completamente diverse fra loro.
Lasciamo parlare proprio lui, così  facciamo prima e siamo più precisi.

COLLE IMPERATRICE 2014 FALANGHINA CAMPI FLEGREI DOC
Vigna Imperatrice si trova a nord del cratere Astroni, alla sommità di una collina di origine vulcanica posta nell’areale dei Camaldoli. E’ una vigna interamente vitata a Falanghina.
Età dei vigneti 16 anni Altitudini dei vigneti 150 – 200 metri s.l.m.
La vigna di falanghina, franca di piede,  è allevata a spalliera ed esposta a Sud.
Il suolo di origine vulcanica è sabbioso con modeste quantità di limo, esso è molto sciolto, composto da particelle finissime. Si fa sovescio autunnale con leguminose di diverse specie, interramento dello stesso in primavera con integrazione di ammendante organico. Inerbimento spontaneo primavera – estate con sfalcio meccanico.
Note tecniche: date di vendemmia 10 Ottobre. Diraspatura e pressatura soffice fino 0,6 atm, fermentazione intorno ai 16-18 gradi centigradi, sosta su lievito per 3 mesi. Maturazione/Affinamento Acciaio per 6 mesi e in bottiglia minimo per 2 mesi prima della commercializzazione.
Bottiglie prodotte 18.000 Prezzo di vendita Ho.re.ca. (Iva Esclusa) 5,70
Il bicchiere è fresco e ricco, la beva snella e appagante.

VIGNA ASTRONI 2013 –Cru di Falanghina campi Flegrei doc

La vigna Astroni è a ridosso del cratere omonimo, a confine con il muro di cinta borbonico settecentesco fatto realizzare da Carlo di Borbone a difesa della sua riserva di caccia personale, oggi riserva naturale gestita dal WWF. Il vigneto si estende per 2 ettari.
Età dei vigneti 17 ANNI Altitudini dei vigneti 180 – 216 metri s.l.m.
La vigna è interamente distribuita nel comune di Napoli ed è disposta sul versante est – sud est del cratere. E’ suddivisa su diversi terrazzamenti, sui quali sono presenti prevalentemente viti di Falanghina con una piccola presenza di viti di uve Piedirosso. La vigna di Falanghina, è franca di piede ed è disposta a spalliera con architettura di guyot bilaterale da conversione della palmetta originaria. I filari con sesti di 2 m x 1,5 m presentano una densità di 3300 piante/ettaro. I filari sono orientati tendenzialmente sulla direttrice nord-sud.
I suoli hanno origine vulcanica e forma piroclastica, certamente legata alle ultime eruzioni flegree comprese tra 5000 e 3500 anni fa, definita da una struttura litologica stratificata a reazione neutra o subacida, con importanti dotazioni in potassio, anidride fosforica e ossido di calcio, anche se ridotta di carbonati. Si fa sovescio autunnale con leguminose di diverse specie, interramento dello stesso in primavera con integrazione di ammendante organico. Inerbimento spontaneo primavera – estate con sfalcio meccanico. In regime conversione biologico
Note tecniche: vendemmia 16 ottobre. Le uve raccolte a mano (dalle terrazze da 180 a 200 m.s.l.m.) e consegnate in cantina in piccole cassette sono diraspate e leggermente schiacciate e lasciate in presse pneumatiche, dove le bucce e il succo macerano per un paio d’ore. Solo il mosto fiore è utilizzato e fermentato in acciaio. La prima parte della fermentazione è innescata per opera di lieviti indigeni, ma poi sono inoculati lieviti selezionati.
Maturazione/Affinamento: Dopo che la fermentazione alcolica è terminata, il vino è travasato e affinato sulle fecce fini per 8 mesi. Affinamento in bottiglia per sei mesi Bottiglie prodotte 2650 Prezzo di vendita Ho.re.ca. (Iva Esclusa) 8,50
la beva è molto equilibrate, con note floreali e di frutta pianca, al palato è ben sostenuta dalla freschezza. Sapida e amara.

STRIONE 2011 Campania igt

La vigna è la stessa della precedente.
Date di vendemmia: 25 ottobre. Le uve raccolte a mano e consegnate in cantina in piccole cassette sono diraspate e leggermente schiacciate e lasciate a fermentare/macerare in presenza delle bucce per metà della fermentazione alcolica (in media una settimana di contatto con le bucce). Il mosto vino separato dalle bucce continua la fermentazione per il 15% in legno di terzo e quarto anno e il restante in acciaio. Alla fine della fermentazione il tutto viene assemblato in acciaio dove affina per 24 mesi sulle fecce fini. Affinamento in bottiglia
Bottiglie prodotte 2000 Prezzo di vendita Ho.re.ca. (Iva Esclusa) 11,00
Un vino da attendere e da ascoltare. La macerazione non lo banalizza, ma lo esalta. Note di frutta matura e anche di idrocraburi.

Che dite? Vale la pena di andare a trovare Gerardo?



Eminenza Bianco Passito Colvendrà per il VINerdì di Garantito IGP


Ammetto: la Glera passita non me la sognavo nemmeno nei sogni. Invece te la trovi davanti, la scruti, l’annusi, l’assaggi e ti dai del coglione perché fino ad ora ti eri perso questo bendiddio. Un passito eccezionale dalle stesse uve del Prosecco: un vino che Colvendrà produce in poche (ma buonissime) bottiglie.


Colvendrà è in Via Liberazione, 39 (loc. Drio Col) 31020 Refrontolo (TV) Tel. +39 0438.894265 Fax +39 0438.894626 www.colvendra.it info@colvendra.it


Antica Osteria di Via Brandolini a Solighetto. Garantito IGP a tavola


Uno di quei locali che non può non piacerti: un misto tra un bel bistrot parigino e una piacevole e ordinata locanda italiana di qualche tempo fa. Inoltre i soffitti non certo alti, e gli arredi in legno scuro non danno assolutamente una sensazione claustrofobica ma mi ricordano qualche bel pub inglese di campagna, quelli dove (stranamente per l’Inghilterra) si mangia bene. Queste tre idee mi passarono velocemente in testa la prima volta che entrai, ma quasi immediatamente il mio occhio vene subito attratto dalla vera caratteristica del locale: un girarrosto che troneggia quasi al centro della sala principale e con il suo eccezionale aroma conferisce al locale la patente di “luogo godurioso” ancor prima di sedersi.

Antica Osteria di Via Brandolini, l'insegna
Antica Osteria di Via Brandolini, l’insegna

Dopo una prima volta ci sono tornato altre volte, cioè ogni giorno che mi trovavo a Solighetto per degustare Prosecco DOCG al consorzio. Qualche volta ci sono andato a pranzo e pure a cena.
Innamorato dello spiedo? In effetti ad una vista del genere non si può rimanere insensibili ma la proposta del locale non si ferma certo a quel profumatissimo camino di un metro per un metro, il cui calore si riesce a sopportare bene anche nelle caldissime giornate del luglio scorso.
Antica Osteria di Via Brandolini, lo spiedo
Antica Osteria di Via Brandolini, lo spiedo

Antica Osteria di Via Brandolini, l'arrosto
Antica Osteria di Via Brandolini, l’arrosto

Ma prima dei piatti le persone: Giovanni ha fatto il cameriere per una vita in un altro famoso locale della zona e poi ha pensato bene di mettersi in proprio, trasferendosi “in centro” a Solighetto e rilevando questa storica locanda assieme alla signora Carla, che da dietro le quinte controlla che tutto scorra alla perfezione. La cucina è magistralmente casalinga, veneta di base con alcune “scappatelle” e con una grandissima attenzione alle materie prime. Ho ancora in mente il sapore del pomodoro crudo su alcune piccole bruschette di pane e quello della caponata (che ti portano come antipasto)…e per adesso mi fermo qui.

Antica Osteria di Via Brandolini, l'interno
Antica Osteria di Via Brandolini, l’interno

Mi fermo qui perché vi ho parlato del dentro ma non del fuori. Davanti al locale c’è infatti un grande giardino con piante secolari dove d’estate si può mangiare all’aperto. Sia dentro che fuori l’apparecchiatura è più che corretta e il servizio è preciso, familiarmente amichevole ma senza eccessi e soprattutto è veloce al punto giusto: raramente aspetti un piatto per più di 5-10 minuti e questo in un locale dove si servono anche 100 persone in contemporanea, è un bel pregio.
Ma veniamo a noi, fermo restando il classico spiedo, composto da carni bianche e rosse, che gira almeno per 4 ore su braci perfette prima di essere servito e che si può trovare praticamente 365 giorni all’anno (in luglio non lo facevano a pranzo solo perché fuori c’erano 38 gradi..) si parte da degli antipasti che rispecchiano la stagionalità: delle bruschette e della caponata ho detto, mi sono scordato dei fiori fritti, dei fagiolini saltati con pancetta e cipolla, delle verdure grigliate. Questi, ripeto, sono solo i sostanziosi antipasti, che variano con il variar delle stagioni. Sempre in estate non perdetevi il raviolo con il sugo estivo. Tre grandi ravioli. Un grande raviolo ripieno di ricotta e spinaci con sopra un sughetto composto da verdure di stagione saltate in padella con un filo di pancetta e con una bella grattuggiata di ricotta salata. Un piatto saporitissimo ma di una freschezza incredibile. Se si volesse altro si potrebbe scegliere delle buone tagliatelle ai funghi o un semplice ma saporito spaghetto al pomodoro fresco. Tra i secondi, oltre al mai tanto osannato spiedo (croccante fuori, morbido dentro, saporito, cotto a puntino..vi basta??) del buonissimo coniglio in tecia accompagnato da polenta bianca.

Antica Osteria di Via Brandolini, ravioli
Antica Osteria di Via Brandolini, ravioli

Antica Osteria di Via Brandolini, tagliatelle ai funghi
Antica Osteria di Via Brandolini, tagliatelle ai funghi

Se poi volete concludere alla grande vi consiglio le crostate alla frutta che fanno bella mostra di sé sulla madia che divide in due la sala centrale o il buonissimo gelato alla vaniglia, che ti fa digerire e venire voglia di rincominciare da capo.

Antica Osteria di Via Brandolini, crostate alla frutta
Antica Osteria di Via Brandolini, crostate alla frutta

E si potrebbe anche rincominciare dall’antipasto, anche perché il prezzo finale difficilmente supererà i trenta euro, vini esclusi.
Eccoci ai vini..forse una maggiore selezione, anche solo di bianchi e rossi locali (ma qui tutti bevono prosecco a tutto pasto, anche con lo spiedo…) servirebbe per far quadrare il cerchio.

Antica Osteria di Via Brandolini
Via Brandolini, 35
Solighetto, Treviso
Tel. 0438.82590


Tauma 2014 – Pettinella per il VINerdì di Garantito IGP




E’ figlio dell’avvocato maceratese Giuliano Pettinella, che ha ereditato la passione per il rosato dallo zio Giovanni.
Due parcelle gemelle a Silvi Marina e Tocco di Casauria, mezzo ettaro, da qui il nome Tauma, in aramaico “gemello”, come le sue due figlie.


Solo 1800 bottiglie di un vino superbo, impreziosito da alcuni mesi in barrique strausate, che regala note di viola, ciliegia e melagrana, fiori secchi, toni salmastri e viva acidità che sostiene un corpo ricco e trascinante.

Azienda Agricola Pettinella è in Contrada San Silvestro, 16 – 64028 Teramo Tel. 338.8279506

Sinergie dei sensi: matrice anarchica, terroir pugliese. Garantito IGP


Il vino parla da solo, non sempre ovviamente, ma in questo caso sicuramente. Quando ho avuto modo di farmi una chiacchierata con Francesco Pezzarossa, fondatore di Anarchico del gusto, agenzia di comunicazione e marketing che ha scelto di operare ponendo un filtro etico nella scelta dei clienti e nell’offerta dei servizi, tenendo conto della particolare situazione di crisi, con l’intento di offrire uno spazio per affermarsi anche a piccole realtà, sono rimasto fortemente incuriosito dal giovanissimo progetto Sinergie dei Sensi, che come primo passo mette al centro artigiani del vino pugliesi.

Al momento sono coinvolti quattro produttori provenienti da differenti zone della regione: Antica Enotria, azienda biologica di Cerignola, nel cuore della Daunia, condotta da Raffaele Di Tuccio con il coinvolgimento del figlio Luigi e degli altri componenti della Famiglia; Agricole Pietraventosa, di Marianna Anni e Raffaele Leo, uniti nella vita e nel lavoro, situata a Gioia del Colle (BA), nella Murgia carsica; con la Vinicola Savesedella famiglia Pichierri ci spostiamo a Sava nel tarantino, qui dimorano i caratteristici “capasoni“, delle giare di terracotta che sin da tempi antichi vengono utilizzate per l’affinamento dei vini. Il loro “Capasonato” rimane per me uno dei vini più emozionanti che mi sia capitato di apprezzare, un esempio di Primitivo di altissimo livello, oggi indubbiamente atipico e praticamente irripetibile, nato dall’assemblaggio di diversi Capasoni di Primitivo di Sava del 1984 e del 1985, trent’anni di storia che nel calice riportano emozioni sorprendenti. Infine, con la quarta realtà pugliese coinvolta nel progetto Sinergie dei sensi, Vinicola Palamà, ci spostiamo nel Salento, nel comune di Cutrofiano in provincia di Lecce. L’azienda è nata nel 1936 dalla passione di Michele Arcangelo, che tutt’ora la segue con l’aiuto del figlio Ninì e del resto della famiglia.
Quattro aziende rappresentative di diversi territori, da cui nascono due vini prodotti in 2.000 esemplari che costano 12,80 euro, distribuiti nel canale Ho.Re.Ca.

Sinergiedeisensi Rosso – 14%: ottenuto da negroamaro (dalle vigne di Vinicola Palamà che ha anche imbottigliato il vino, è allevato a spalliera su terra rossa), primitivo (Pietraventosa, allevato ad alberello su terreno calcareo-sassoso) e nero di Troia (Antica Enotria, allevato a spalliera su terreno calcareo-argilloso); parte del vino è stata affinata in barrique e parte in botte grande per 12 mesi.
Mi ha fatto un’ottima impressione, per la notevole pulizia esecutiva e la grande freschezza che comunica già all’olfatto, fiori e frutti dentro un involucro speziato, la sensazione è armoniosa, si sentono l’amarena, la prugna, la ciliegia nera, la noce moscata, la cannella, il cardamomo e sfumature pepate.
Bocca altrettanto convincente, anche se qui il legno si fa ancora leggermente sentire nelle note dolci e vanigliate, non manca di freschezza, del resto si intuiva già al naso, il tannino è ben dosato, non ci sono quasi asperità e il sorso scorre bene, lasciando sensazioni ampie, sapide, morbide, godibili.

Sinergie dei Sensi Rosso
SinergiedeiSensi Rosso

Sinergiedeisensi Primitivo – 15%: ottenuto dalle uve provenienti dalle aziende Vinicola Savese, che lo ha anche imbottigliato, e Pietraventosa, parte del vino affinata in barrique per 12 mesi e parte in capasone per 8 mesi.
L’impatto olfattivo è deciso, si sente tutta la forza del primitivo, la diversa provenienza, sia come terreni che come altitudini sembra amplificarne la personalità, trama fruttata decisa e intensa, matura ma senza eccessi, affiora la liquirizia, l’amarena sotto spirito, il cacao, note balsamiche e delicatamente vegetali si accostano ad una speziatura importante anche se non dominante, che si chiude su cenni di caffè e goudron.

Sinergie dei Sensi Primitivo
SinergiedeiSensi Primitivo

Al gusto è potente, l’alcolicità non può nascondersi, ma la vena acida ne trattiene l’esuberanza restituendo un corpo dinamico ma equilibrato, con un tannino di giusta consistenza per la struttura del vino.
Fra i due trovo più godibile il primo, che ha dalla sua una maggiore scioltezza e una bevibilità notevole.


Domaine Ragot - Givry Vielles Vignes 2013 per il VINirdì di Garantito IGP


Un pinot nero freschissimo e diretto che mi sta accompagnando in questa estate rovente. Domaine Ragot, che si estende per circa 9 ettari a Givry (Côte Chalonnaise), ha una gamma di vini davvero interessante e dal rapporto q/p eccezionale. Chi l’ha detto che la Borgogna è costosa?


La cattiva comunicazione del vino al tempo dei blog

Se, col 95% dei vignaioli, tocchi l'argomento della comunicazione, la risposta più o meno sarà sempre la stessa: "Tra vigneto, cantina e scartoffie burocratiche non abbiamo mai tempo di stare sui social per raccontare il nostro vino".

Se in questo contesto si escludono aziende strutturate come ad esempio Santa Margherita o Zonin, che hanno una loro direzione marketing, la soluzione ai problemi di questi "poco social" vignaioli, che comunque capiscono l'importanza di essere in Rete, è sempre più spesso delegata alle c.d. web agency la cui scelta mi viene soventemente motivata con le seguenti parole: "Non avendo possibilità di stare su internet lascio fare a loro. Chi me l'ha consigliato? Beh, so che anche Tizio e Caio hanno fatto così…...."

Il principio di causa ed effetto, in questo caso, è lampante e prende forma nella immensa e variabile quantità di comunicati stampa che ogni giorno i comunicatori del vino 2.0, IGP soprattutto, ricevono all'interno della casella di posta elettronica.

A parte la quantità di missive del tutto inutili per contenuto informativo, ultimamente mi è capitato di imbattermi in una serie di mail la cui lettura dovrebbe avermi provocato le seguenti espressioni:

Foto: www.filmtekercs.hu
Foto: Giornalettismo.com

No, non sto esagerando, leggere certi comunicati, come ad esempio l'ultimo che mi è arrivato pochi giorni fa, genera proprio questo tipo di reazioni e non potrebbe essere diverso se, aprendo la mail, ti ritrovi il seguente messaggio:
Siamo degli entusiasti produttori friulani della zona DOC Isonzo, desiderosi di far conoscere un pò di più la ns regione e la ns DOC. Non molti sanno, di fatto, che la DOC Isonzo, per mineralità  e struttura dei vini, è denominata la "piccola Borgogna" .
Foto: www.tenutacasate.it

Dopo aver (invano) riletto la mail per almeno tre volte sperando di aver capito male o, comunque, di aver interpretato male lo scopo della comunicazione, la successiva domanda che mi sono posto è stata la seguente: PERCHE'?

Perchè, cara azienda vinicola, scegli una agenzia di comunicazione la cui conoscenza del vino è paragonabile alla mia cultura in tema di isotopi del carbonio?

Perchè scomodare la Borgogna, trattata in questo caso in senso generale, se poi mi presenti vini a base sauvignon blanc e friulano?

Ma, soprattutto, perchè caro mio amico vignaiolo non rileggi ciò che viene scritto su di te prima che tutta la Rete non ti spernacchi come è successo in questo caso?

Soldi buttati che, invece di portare benefici, recano solo danni di immagine all’azienda visto che i destinatari non sono, con tutto il rispetto, le casalinghe di Voghera ma seri professionisti ed appassionati di vino. 

Se queste persone, dopo anni di esperienza non sanno che la DOC Isonzo è conosciuta come la Piccola Borgogna un motivo ci sarà. O no?

Cari amici vignaioli, mentre vi faccio riflettere su questi pochi concetti, vado a domandare al signor Leflaive i motivi per cui Montrachet dovrebbe essere denominata la piccola Isonzo.....


Il Village Winery Club di New York è vera gloria??

Ieri, leggendo le news di Repubblica.it, sono incappato in questa notizia:


Village Winery Club, così si chiama la prima cantina realizzata in un appartamento di 50 metri quadrati nella zona di “Alphabet City“ nel cuore dell'East Village di Manhattan a New York. L'idea di questo progetto originale è venuta a Matthew Baldassano, un italoamericano con una grande passione per il vino, ma da un altro punto di vista, quello dei Winemakers. Ma quello che è iniziato come un semplice hobby per mantenere in vita la tradizione del nonno siciliano, si è rapidamente trasformato in un fenomeno di cui ha parlato anche il New York Times. 
Diventando membro dell'esclusivo club infatti si può, oltre ad assaggiare il vino la cui produzione ammonta a circa 750 litri l'anno, anche assistere a tutto il processo della vinificazione, delle vere e proprie feste secondo l'approccio imposto dal suo fondatore.

Poteva sembrava una notizia molto "cool" ma vedendo le foto mi è venuta un po' di tristezza. Non so quanto si paghi per diventare membro di questo "esclusivo" club ma entrare nella cantina di mio nonno è ancora gratis e, probabilmente, più divertente.....

FOTO©Village Winery Club/IBERPRESS
FOTO©Village Winery Club/IBERPRESS
FOTO©Village Winery Club/IBERPRESS
FOTO©Village Winery Club/IBERPRESS
FOTO©Village Winery Club/IBERPRESS
FOTO©Village Winery Club/IBERPRESS

FOTO©Village Winery Club/IBERPRESS
Fonte: Repubblica.it