Castello di Fonterutoli - Chianti Classico Gran Selezione 2012 è il Vino della settimana di Garantito IGP

di Stefani Tesi

Forse l’ho già detto, ma a volte nulla è più sorprendente dell’ovvio. L’ho risentito distrattamente tra tanti altri ed è riemerso subito. Non ho nemmeno dovuto andare a rivedermi le note prese all’ultima Chianti Classico Collection: Sangiovese di corpo e di colore, un po’ di Malvasia Nera e Colorino, bouquet fragrante e diretto. Gaudeamus.

Slow Wine 2017: Friuli e....Slovenia

Con questa edizione della guida le pagine del Friuli Venezia Giulia contengono un’importantissima novità, come abbiamo gia annunciato qualche giorno fa (clicca qui per leggere).

In un momento in cui l’apertura delle frontiere in Europa viene messa spesso in discussione, noi vogliamo andare oltre i confini geografici: pertanto per la prima volta abbiamo visitato e recensito le aziende vitivinicole che hanno i propri vigneti compresi nei due territori Collio-Brda e Carso-Kras indipendentemente dal fatto che la sede della cantina sia in territorio italiano o sloveno, in quanto siamo convinti che le due denominazioni vadano considerate come un unicum dal punto di vista vitivinicolo.
In Slow Wine 2017 troverete quindi 32 schede in più, dedicate alle aziende slovene, che si aggiungono a quelle già destinate alle aziende italiane: una crescita corposa, con conseguente aumento del numero dei vini segnalati con un riconoscimento (vedi sotto).
Abbiamo considerato anche le aziende della Vipavska Dolina (la valle del Vipacco) che in sostanza è un lembo di terra che unisce le due denominazioni sopra citate incuneandosi fino alle porte di Gorizia. Insomma abbiamo riunito agli storici territori vitivinicoli friulani – Colli Orientali, Collio, Isonzo, Carso – quelle aree che un tempo erano parte integrante della Contea Principesca di Gorizia e Gradisca e che sono state divise – quasi 70 anni fa, al termine di un conflitto mondiale – da un confine politico-amministrativo che oltre a essere “sorpassato” dal punto di vista storico è oramai fuori da ogni logica enografica e vitivinicola condivisibile.
È evidente infatti che tutti questi comprensori sono uniti da una piena e storica condivisione di vitigni coltivati, delle caratteristiche dei terreni e da una precisa cultura vitivinicola; in questo senso si potrebbe ipotizzare un percorso che possa portare alla creazione delle prime Doc transnazionali europee.
Venendo alla qualità dei vini c’è subito da dire che dopo le “fatiche” accusate l’anno scorso con gli assaggi dei prodotti della vendemmia 2014 – che ricordiamo essere stata tra le più brutte del secolo in Friuli Venezia Giulia – quest’anno ci siamo rilassati godendo maggiormente di quanto avevamo nei bicchieri. Il giudizio in genere è positivo, soprattutto per quanto riguarda i vini più semplici prodotti dalle aziende (quelli che in gergo vengono definiti “i vini base”), che ci sono sembrati senza dubbio più pronti e più pieni.
Resterà da verificare in futuro come si sono comportate le varie selezioni – che in genere, in quanto più strutturate e importanti, hanno bisogno di tempi più lunghi di affinamento – che potrebbero non avere tratto tanto beneficio da una stagione così calda, mostrando casomai qualche limite di eccessiva concentrazione. Staremo a vedere, per il momento ci godiamo questa bella rassegna di bianchi 2015, con parecchie versioni di Friulano e di Sauvignon in grande evidenza!

VINO SLOW

Brda 2013, Kristian Keber
Brda Malvazija 2011, Klinec 
Brda Sivi Pinot 2012, Kabaj 
Collio Bianco 2015, Edi Keber
Collio Bianco della Castellada 2011, La Castellada
FCO Chardonnay 2014, Vignai da Duline
FCO Friulano Clivi Galea 2014, I Clivi
FCO Rosso Sacrisassi 2014, Le Due Terre
FCO Sauvignon 2014, Meroi 
FCO Sauvignon Salici 2015, Ronco del Gnemiz
Malvasia 2013, Skerlj
Malvasia 2013, Zidarich
Malvasia Grame 2014, Moreno Ferlat
Malvazija Selezione 2014, Marko Fon 
Ribolla Gialla 2013, Ronco Severo
Ribolla Gialla 2012, Damijan Podversic
Ribolla Gialla 2008, Gravner
Ri-né Blanc 2014, Simon di Brazzan
Vipavska Dolina Burja Bela 2015, Burja
Vipavska Dolina Rebula 2010, Guerila
Vipavska Dolina Rebula Res. 2013, Slavcek
Vitovska 2013, Skerk

GRANDE VINO

Brda Carolina Red 2011, Jakončič
Brda Malvazija 2014, Brandulin
Brda Ribolla Opoka 2011, Marjan Simčič
Brda Sauvignon 2009, Blažič
Collio Friulano 2015, Franco Toros
Collio Friulano 2015, Francesco Vosca
Collio Friulano 2015, Villa Russiz
Collio Friulano Valeris 2015, Muzic
Collio Friulano Vigna del Rolat 2015, Dario Raccaro
Collio Friulano 2015, Ronchi Rò
Collio Malvasia 2015, Ronco dei Tassi 
FCO Pinot Bianco Zuc di Volpe 2015, Volpe Pasini
Friuli Isonzo Bianco Vignis di Siris 2013, Drius
Tal Luc, Lis Neris
Veliko Belo 2009, Movia

VINO QUOTIDIANO

FCO Refosco P.R. 2014, Ronchi San Giuseppe
FCO Sauvignon di Jacopo 2015, Necotium
Friuli Aquileia Friulano Villa Vitas 2015, Vitas
Friuli Aquileia Pinot Bianco Poc ma Bon 2015, Tarlao
Friuli Grave Chardonnay 2015, Vistorta
Friuli Grave Friulano 2015, Bessich
Friuli Grave Refosco P.R. 2014, Vigneti Le Monde
Friuli Isonzo Malvasia 2015, Borgo Savaian
Malvasia 2015, Bortolusso
Malvazija 2014, Stemberger

In un libro la “finocchiona dei poveri” - Garantito IGP

Di Stefano Tesi

Fino a qualche anno fa non sapevo nulla del Bardiccio, salvo che è un insaccato cosiddetto “povero” della Val di Sieve a base di scarti di carne di maiale (cuore, polmoni, guancia, ghiandole varie, eccetera) ingentiliti, nella loro crudezza e nelle eventuali magagne, con abbondante aggiunta di finocchio. Praticamente la finocchiona dei poveri.

Me n’ero sempre tenuto alla larga anche perché aveva fama d’essere fatto pure col sangue, ingrediente che, eufemisticamente parlando, non mi attira affatto. Sì, m’era capitato di assaggiarlo qualche volta (il bardiccio, mica il sangue eh!), ma con la tipica scarsa attenzione che presti alle cose dalle quali aspiri a separarti il prima possibile.
Devo la sua recente (ri)scoperta al mio amico Stefano Frassineti dell’osteria Toscani da Sempre di Pontassieve (qui:http://www.toscanidasempre.it/ un ristorante che, detto fra noi, merita di essere visitato).


Il quale Frassineti, con acuta fantasia, nel dicembre scorso ha unilateralmente dichiarato l’allora incipiente 2016 l’“anno internazionale del bardiccio”, inanellando una serie di iniziative di rilancio del prodotto culminate a primavera con il primo “Palio del Bardiccio” e, ora, con la pubblicazione di un interessante libello scritto da Alessandro Sarti e dedicato al misconosciuto salume, la cui produzione e consumo risultano storicamente ristretti all’area valdisievina e dintorni.
Ora che me lo sto rigirando tra le mani penso che, come tutte le consimili pubblicazioni, anche questa è di una somma inutilità e di una somma utilità.
Vediamo perché.

Prima di tutto, il libro che non ha nulla o quasi di letterario. Anzi, proprio dicendo la verità è un pout pourrì, una raccolta di testimonianze molto eterogenee, molte foto d’epoca, ricordi, ricette (quelle raccolte in occasione del recente Palio, di cui sono stato giudice), rievocazioni, interviste.



Ma proprio per questo è anche, ai miei occhi giornalisti, una miniera di informazioni, di domande a cui trovare una risposta, di idee per fare ricognizioni, di persone da incontrare e, è naturale, di diverse interpretazioni del bardiccio da assaggiare.
Con una chicca finale, però, che è la vera ragione (insaccato in sé a parte, è ovvio) per la quale sono qui a scriverne e di cui mi illudo pure di essere un lontano ispiratore: l’approfonda ricerca lessicale messa a punto dalla brillante Matilde Paoli dell’Accademia della Crusca che, partendo dalle parole e dalle accuratissime carte accademiche sull’uso dei vocaboli sul territorio, riannoda in un affascinante racconto i fili della mobilità, dei modi di dire, del mangiare, della vita quotidiana, dell’economia domestica, degli apparentamenti gastronomici e non, della continuità o contiguità legati al bardiccio. Finendo così per tracciare un quadro sociale e geografico di cui il bardiccio stesso, per cinque secoli almeno, è stato uno dei comuni denominatori.

Al termine ti viene così inevitabilmente voglia di risalire l’Arno e andare a sentire che sapore ha questo strano insaccato che quando è fresco si arrostisce sulla griglia, quando è pronto si affetta come un salame e quando è secco si usa per insaporire sughi e pietanze.
Provare per credere (avrebbe detto anche Guido Angeli).

Foto di Fabio Bernardini 

I Premi speciali dei Tre Bicchieri Gambero Rosso

Come ogni anno abbiamo sintetizzato il nostro lavoro nei Premi Speciali. Il Rosso dell’Anno è un grande Gioia del Colle Primitivo, il Muro Sant’Angelo Contrada Barbatto ’13 di Chiaromonte. Il Bianco dell’Anno è un raffinatissimo elegante Verdicchio dei Castelli di Jesi, il Classico Superiore Misco ’15 di Tenuta di Tavignano. Il premio Bollicine dell’Anno va alla ventesima annata di un iconico Valdobbiadene, il Giustino B. ’15 della Ruggeri & C., decisamente uno dei migliori spumanti a base di uve glera che abbiamo mai assaggiato. Il premio Dolce dell’Anno va alla friulana Lis Neris che ci ha proposto un Tal Lùc Cuvée Speciale, un fantastico vino da meditazione frutto del taglio di due annate, la ’06 e la ’08.


La Cantina dell’Anno va a Bellavista, la grande azienda franciacortina capofila del gruppo Terra Moretti che vanta una collezione di maison di livello tra Franciacorta e Toscana.

Il Miglior Rapporto Qualità Prezzo va all’ottimo Pecorino ’15 dell’abruzzese Tiberio, mentre il Viticoltore dell’Anno è Aimone Vio, un viticoltore ligure di grande talento e straordinaria passione. La Cantina Emergente è la chiantigiana Istine, una bellissima realtà dal sicuro avvenire. Il premio per la Viticoltura Sostenibile, infine, che è una tematica a noi molto cara, va all’umbra Roccafiore, che oltre a produrre un eccellente Grechetto di Todi è dalla sua nascita impegnata in questo settore.

Rosso dell'Anno: Gioia del Colle Primitivo Muro Sant’Angelo Contrada Barbatto ’13 Chiaromonte

Bianco dell'Anno: Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Misco 2015 Tenuta di Tavignano

Bollicine Dell'anno: Valdobbiadene Extry Dry Giustino B. 2015 Ruggeri & C

Dolce Dell'anno: Tal Lùc Cuvée Speciale Lis Neris

Cantina Dell'anno: Bellavista

Miglior Rapporto Qualità Prezzo: Pecorino 2015 Tiberio

Viticoltore Dell'anno: Aimone Vio (BioVio)

Cantina Emergente: Istine

Premio Per La Viticoltura Sostenibile: Roccafiore

Piemonte: i tre bicchieri 2017 Gambero Rosso

Nessuno si è mai sognato di dubitare del predominio culturale e qualitativo dell’uva nebbiolo – ben 58 dei 75 Tre Bicchieri di Vini d’Italia 2017 sono prodotti con questa varietà – ma provare a ipotizzare almeno una svolta parziale non sarebbe una cattiva idea. In una terra che si sta lentamente - ma altrettanto sicuramente - nebbiolizzando la notizia la fanno gli altri, quelli a lungo considerati plebei come la barbera o il moscato, che comunque già godono di una certa notorietà internazionale, ma anche gli sconosciuti ai più, come dolcetto, cortese, erbaluce, o addirittura quelli che ai Tre Bicchieri non erano mai arrivati come il ruché o il grignolino, se non in tempi da considerarsi preistorici per il vino italiano (il Rouchet Bricco Rosa ‘90 della cantina Scarpa fu premiato in Vini d’Italia 1992).


Il nostro modo per rimanere fedeli alle nostre idee per le quali due parole, sebbene senza alcun legame tra loro come laicità e biodiversità, possono convivere serenamente è proprio di tornare a portare sul gradino più alto del podio questi vitigni meno all’onore del mondo. Non si tratta comunque di premiare ogni vitigno, senza valutarne le reali qualità, ma di sbarazzarsi di un certo snobismo e di dare la possibilità ad altri vini eccezionali di farsi apprezzare.
Con l’aiuto della fantastica vendemmia 2015 conquista per la prima volta i Tre Bicchieri un Grignolino. Si tratta di una novità assoluta perché coincide anche con il primo massimo riconoscimento per un’azienda che ha una lunga storia alle spalle: Vicara. Torna anche sull’olimpo il Ruché, questa volta dell’azienda Montalbera. L’ultima edizione ci ha presentato un quadro stravolto dell’Alessandrino: sono stati azzerati i Tre Bicchieri del Timorasso e quindi del Tortonese, in grande difficoltà con l’infausta annata 2014, e sono saliti in un solo colpo a 3 i Tre Bicchieri del Gavi, che ha saputo approfittare a pieno della fortunata vendemmia 2015, che ha giocato anche a favore del Moscato d’Asti, che torna a brillare dopo un periodo di leggero appannamento da attribuire a motivi climatici.
Da notare, come tra i premiati, spunti anche un vino della pregevolissima sottozona di Canelli. Un plauso particolare va alle sei aziende che si aggiudicano per la prima volta la nostra ambita ricompensa, oltre ai già citati anche La Prevostura nell’Alto Piemonte,San Bartolomeo nella zona di Gavi, Palladino e Vite Colte in Langa.

Barbaresco Albesani S. Stefano Ris. 2011 Castello di Neive
Barbaresco Angelo 2013 Rocca
Barbaresco Asili 2013 Ceretto
Barbaresco Asili Ris. 2011 Giacosa
Barbaresco Asili Ris. 2011 Ca' del Baio
Barbaresco Costa Russi 2013 Gaja
Barbaresco Currà 2012 Sottimano
Barbaresco Gallina 2012 Busso
Barbaresco Pajè 2011 Roagna
Barbaresco Rabajà 2012 Rocca
Barbaresco Rombone 2012 Nada
Barbera d'Asti Pomorosso 2013 Coppo
Barbera d'Asti Sup. Nizza 2013 Olim Bauda
Barbera d'Asti Sup. Nizza La Court 2013 Chiarlo
Barbera d'Asti Sup. V. La Mandorla Ed. La Grisa 2014 Spertino
Barbera del M.to Sup. Bricco Battista 2013 Accornero e Figli
Barbera del M.to Sup. Pico Gonzaga 2013 Castello di Uviglie
Barolo 2012 Mascarello Barolo 2012 Cascina Fontana
Barolo Bric dël Fiasc 2012 Scavino
Barolo Bricco Boschis 2012 Cavallotto Tenuta Bricco Boschis
Barolo Bricco delle Viole 2012 Vajra
Barolo Bricco Fiasco 2012 Azelia
Barolo Bricco Pernice 2011 Cogno
Barolo Brunate 2012 Marengo
Barolo Bussia 90 Dì Ris. 2010 Fenocchio
Barolo Bussia V. Mondoca Ris. 2010 Oddero
Barolo Cannubi 2012 Marchesi di Barolo
Barolo Cannubi 2012 Burlotto
Barolo Cerretta 2012 Rosso
Barolo Cerretta V. Bricco 2010 Altare - Cascina Nuova
Barolo del Comune di Barolo Essenze 2012 Vite Colte
Barolo Francia 2012 Conterno
Barolo Giachini 2012 Corino
Barolo Ginestra Casa Maté 2012 Grasso
Barolo Ginestra Ris. 2008 Conterno
Barolo Lazzarito Ris. 2010 Germano
Barolo Liste 2011 Borgogno & Figli
Barolo Monprivato 2011 Mascarello e Figlio
Barolo Monvigliero 2012 Alessandria
Barolo Ornato 2012 Pio Cesare
Barolo Paiagallo Casa E. di Mirafiore 2012 Fontanafredda
Barolo Ravera 2012 Vietti
Barolo Resa 56 2012 Brandini
Barolo Rocche dell'Annunziata 2012 Veglio
Barolo Rocche di Castiglione 2012 Brovia
Barolo San Bernardo Ris. 2010 Palladino
Barolo Sorì Ginestra 2012 Conterno Fantino
Barolo Sottocastello di Novello 2011 Ca' Viola
Barolo V. Lazzairasco 2012 Porro
Barolo Vigna Rionda Ris. 2010 Massolino
Barolo Vignarionda 2012 Pira
Boca 2011 Piane
Carema Et. Bianca 2012 Ferrando
Dogliani Papà Celso 2015 Abbona
Dolcetto di Ovada Sup. Du Riva 2013 Tacchino
Erbaluce di Caluso La Rustìa 2015 Orsolani
Gattinara Osso San Grato 2012 Antoniolo
Gavi del Comune di Gavi Monterotondo 2014 Villa Sparina
Gavi del Comune di Gavi Minaia 2015 Bergaglio
Gavi del Comune di Gavi Pelöia 2015 San Bartolomeo
Ghemme 2011 Torraccia del Piantavigna
Grignolino del M.to Casalese 2015 Vicara
Lessona 2012 Prevostura
Moscato d'Asti Canelli Sant'Ilario 2015 Ca' d'Gal
Moscato d'Asti Casa di Bianca 2015 Doglia
Moscato d'Asti Ciombo 2015 Falchetto
Nebbiolo d'Alba Sup. Cumot 2013 Bricco Maiolica
Roero Gepin 2012 Costa
Roero Giovanni Almondo Ris. 2013 Almondo
Roero Mompissano Ris. 2013 Cascina Ca' Rossa
Roero Printi Ris. 2012 Monchiero Carbone
Roero Sudisfà Ris. 2013 Negro
Roero V. Mombeltramo Ris. 2012 Malvirà

Ruchè di Castagnole M.to La Tradizione 2015 Montalbera

La Tuscia del Vino 2016: tutti i premiati da Carlo Zucchetti

Siamo in uscita con  La Tuscia del Vino 2016. Guida ai vini della Provincia di Viterbo e Orvieto curata da Carlo Zucchetti, l’enogastronomo con il Cappello..La seconda edizione di una guida è un po’ come la seconda a teatro: insidiosa. Perché si ha un traguardo da superare – o almeno da eguagliare – e non si può fare affidamento sull’adrenalina del debutto e sull’effetto novità. Noi l’abbiamo affrontata affidandoci al territorio. Alla nostra bella Tuscia enoica che continua a crescere e aggiunge altre 6 cantine alle 72 recensite nel 2015. 


E all’ampliamento dei confini presi in considerazione. In questa nuova edizione, infatti, abbiamo voluto allargare lo sguardo, ignorare i limiti regionali e tracciare una nuova mappa comprendente i territori dell’Orvieto D.O.C. È stata una scelta ponderata a cui siamo arrivati in considerazione delle ragioni storiche – la Tuscia, nome latino dell’Etruria, includeva buona parte dell’attuale Umbria – e delle ragioni geologiche, per la continuità e contiguità dei territori di confine tra le due sponde del Tevere e del Paglia e per quel legame vulcanico intessuto dal complesso dei Vulsini. Abbiamo trattato la zona come un unicum, tralasciando nella divisione in areali i confini amministrativi, proprio a rafforzare la lettura geologica del territorio così come è stata proposta da Sara Ronca del Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza Università di Roma.

La presentazione e premiazione ufficiale de La Tuscia del Vino 2016 si terrà sabato 1° ottobre 2016 presso La Carrozza d’Oro – via Lungolago Montefiascone (VT)

La Tuscia del Vino 2016. Guida ai vini della Provincia di Viterbo e Orvieto curata da Carlo Zucchetti

108 cantine introdotte da una breve descrizione e corredate da informazioni utili: indirizzi, numero di bottiglie prodotte, estensione vitata, enologo e molte altre.

Oltre 500 vini degustati

10 cantine che confermano il cappello, simbolo di coerenza e chiarezza del progetto, 7 quelle che lo conquistano per la prima volta.

44 3Est! i vini che meritano una lunga sosta

9 areali introdotti da una descrizione geologica con lo spunto per la costruzione di percorsi enoturistici.



Le aziende con agriturismo o foresteria e quelle che permettono la visita in cantina

Queste sono le nostre Cantine con il Cappello e i nostri 

Le Cantine con il Cappello 

Antonella Pacchiarotti
Grotte di Castro

Barberani
Orvieto

Cantine Neri
Orvieto

Castello della Sala
Ficulle

Cristina Menicocci
Fabrica di Roma

Decugnano de’ Barbi
Orvieto

Falesco
Montefiascone – Montecchio

Le Coste
Gradoli

Occhipinti
Gradoli

Palazzone
Orvieto

Podere Orto
Acquapendente

San Giovenale
Blera

Sergio Mottura
Civitella d’Agliano

Tenuta La Pazzaglia
Castiglione in Teverina

Tenuta Le Velette
Orvieto

Trappolini
Castiglione in Teverina

Trebotti
Castiglione in Teverina

I 3 Est!

Spumanti

Blanc de Blanc Aladoro Vigne del Patrimonio

Brut Metodo Classico 2010 Decugnano dei Barbi

Bianchi

Alma Rei V.d.T. bianco 2015 La Carcaia

Cervaro della Sala I.G.T. Umbria bianco 2014 Castello della Sala

Chardonnay I.G.P. Lazio Manti  2014 Tenuta Ronci di Nepi

Est! Est!!Est!!! di Montefiascone Classico DOP  Foltone 2015 Cantina Stefanoni

Ferentano I.G.P. Lazio bianco 2013 Falesco

Grechetto di Civitella D’Agliano I.G.T. Latour a Civitella 2014 Sergio Mottura

Grechetto di Civitella D’Agliano I.G.T. Poggio della Costa 2015 Sergio Mottura

Grechetto I.G.T. Lazio Brecceto  2014 Trappolini

Grechetto I.G.T. Lazio Poggio Triale 2014 Tenuta La Pazzaglia

Grechetto I.G.T. Umbria Bianco dei Neri 2014 Cantine Neri

Grechetto I.G.T. Umbria Sole Uve 2014 Tenuta Le Velette

Grechetto I.G.T. Umbria Strozzavolpe 2015 Bigi

Le Coste V.d.T. bianco Le Coste

Musco V.d.T. 2013 Palazzone

Nethun I.G.T. Lazio bianco 2015 Muscari Tomajoli

Orvieto Classico D.O.C. Vigneto Torricella 2015 Bigi

Orvieto Classico Superiore D.O.C. Luigi e Giovanna 2013 Barberani

Orvieto Classico Superiore D.O.C. Terre Vineate 2015 Palazzone

Orzalume I.G.T. Umbria bianco 2015 Castello di Corbara

Procanico I.G.T. Lazio 2015 Trappolini

Zero 8 V.d.T. 2015 Marini Georgea

Colli Etruschi Viterbesi D.O.P. Rossetto Il Fedele 2015 Podere Grecchi

Pinot Grigio I.G.T. Lazio Satres 2015 Le Lase

Rossi

Fobiano I.G.P. Umbria rosso 2010 La Carraia

Habemus Etichetta Rossa I.G.T. Lazio rosso 2013 Sangiovenale

Habemus I.G.T. Lazio rosso 2014 Sangiovenale

Lago di Corbara D.O.C. Rosso Polvento 2010 Barberani

Marciliano I.G.T. Umbria rosso 2012 Falesco

Montiano I.G.T. Lazio rosso 2013 Falesco

Pietra Dura I.G.T. Lazio rosso 2012 Bottaccio

Rosso Arcaico V.d.T.      Occhipinti

Sangiovese I.G.T. Lazio Paterno 2013 Trappolini

Sangiovese I.G.T. Lazio rosso Ost 2014 Cordeschi

Sartiano I.G.T. Umbria rosso 2014 Bigi

Soremidio I.G.T. Lazio rosso 2012 Tenuta Sant’Isidoro

Tuscia D.O.C. Sangiovese 2013 Ciucci

Vepre I.G.T. Lazio rosso 2013 Vigne del Patrimonio

Seduzione

Orvieto Classico Superiore D.O.C. Muffa Nobile 2015 Palazzone

Orvieto Classico Superiore D.O.C. Muffa Nobile Calcaia 2013 Barberani

Orvieto Classico Superiore D.O.C. Vendemmia Tardiva Pertusa 2015 Custodi

Aleatico I.G.T. Lazio Idea 2015 Trappolini

Aleatico I.G.T. Umbria passito 2009 Barberani

Veneto: i tre bicchieri 2017 del Gambero Rosso

Archiviata la complicata vendemmia 2014 il Veneto si presenta in grande spolvero, con una produzione che occupa un po’ tutte le province della regione e che in ognuna di esse rivela vitigni, tradizioni e tipologie in grado di soddisfare i più esigenti appassionati.


Numeri importanti, con due fenomeni che dominano il palcoscenico un po’ in tutto il mondo. Da una parte la leggerezza e la fragranza del Prosecco, lo spumante italiano che ormai è presente in ogni angolo del pianeta forte di una produzione che dalle colline di Conegliano e Valdobbiadene ha conquistato gran parte delle province vicine. Ottimo il Valdobbiadene Extra Dry Giustino B. ’15 di Ruggeri & C. Dall’altra la pienezza, la potenza e la capacità evolutiva che possiede l’Amarone, un vino moderno ottenuto con tecniche antiche, capace di fungere da traino per tutto il comparto veronese.

Nel mezzo un caleidoscopio di zone e vitigni, ora leggeri e fragranti, ora profondi e di spessore, suoli argillosi che lasciano spazio a quelli vulcanici, grandi aziende e piccole realtà, un continuo cambiare che permette agli appassionati di conoscere e apprezzare tutta la varietà che questa regione possiede.

Tante le novità quest’anno, a testimonianza di un fermento che coinvolge anche zone meno note e produttori che inseguono un’idea di vino di alta qualità, spesso limitando al massimo l’impatto della loro attività, consapevoli del ruolo di custodi dell’ambiente.

A Bardolino sboccia il Vigna Morlongo di Villabella mentre a Soave spetta alla famiglia Dal Cero il ruolo di new entry, con un Soave che dimostra come la passione e la competenza paghino anche in presenza di vendemmie difficili. In un territorio vivace come la Valpolicella sono Marco Mosconi a Illasi e i cugini Sterza a Casterna a colpire con i loro Valpolicella Superiore e Amarone, mentre nella pianura trevigiana stupisce il lavoro che i fratelli Cescon hanno saputo compiere con un vitigno di grandi potenzialità ma ancora poco sfruttate come il Manzoni bianco, indicando come anche un territorio a torto considerato minore possa dare grandi risultati.

Per il resto è la consueta messe di premi conquistata dalla Valpolicella, con ben 18 Tre Bicchieri, seguita dal Soave, che ne conquista 7. Allo zoccolo duro di queste due denominazioni seguono riconoscimenti che si distribuiscono un po’ in tutte le principali denominazioni regionali, da Custoza al Montello, da Valdobbiadene ai Colli Euganei, senza dimenticare la Lugana e la Valdadige, dove i fratelli Fugatti ogni anno producono uno dei migliori vini dolci del Paese.

Amarone della Valpolicella Cl. Calcarole 2011 Guerrieri Rizzardi

Amarone della Valpolicella Campo dei Gigli 2012 Tenuta Sant'Antonio

Amarone della Valpolicella Cl. 2008 Villa Spinosa

Amarone della Valpolicella Cl. 2012 Allegrini

Amarone della Valpolicella Cl. 2008 Bertani

Amarone della Valpolicella Cl. 2012 David Sterza

Amarone della Valpolicella Cl. Casa dei Bepi 2011 Viviani

Amarone della Valpolicella Cl. La Fabriseria Ris. 2011 F.lli Tedeschi

Amarone della Valpolicella Cl. Monte Ca' Bianca 2011Lorenzo Begali

Amarone della Valpolicella Cl. Punta di Villa 2011Roberto Mazzi

Amarone della Valpolicella Cl. Sergio Zenato Ris. 2010 Zenato

Amarone della Valpolicella Cl. Vaio Armaron Serègo Alighieri 2011 Masi

Amarone della Valpolicella Cl. Vign. Monte Sant'Urbano 2012 Speri

Amarone della Valpolicella Punta Tolotti 2012 Ca' Rugate

Bardolino Cl. V. Morlongo 2014 Vigneti Villabella

Cartizze Brut V. La Rivetta Villa Sandi

Colli Euganei Cabernet Borgo delle Casette Ris. 2012Il Filò delle Vigne

Custoza Sup. Amedeo 2014 Cavalchina

Custoza Sup. Ca' del Magro 2014 Monte del Frà

Lugana Molceo Ris. 2014 Ottella

Madre 2014 Italo Cescon

Montello e Colli Asolani Il Rosso dell'Abazia 2013 Serafini & Vidotto

Soave Cl. Campo Vulcano 2015 I Campi

Soave Cl. La Rocca 2014 Leonildo Pieropan

Soave Cl. Le Bine de Costiola 2014 Tamellini

Soave Cl. Monte Carbonare 2014 Suavia

Soave Cl. Staforte 2014 Graziano Prà

Soave Sup. Il Casale 2015 Agostini Vicentini

Soave Sup. Vign. Runcata 2014 Dal Cero - Tenuta di Corte Giacobbe

Valdobbiadene Brut Particella 68 2015 Sorelle Bronca

Valdobbiadene Brut Rive di Col San Martino Cuvée del Fondatore Graziano Merotto 2015 Merotto

Valdobbiadene Extra Dry Giustino B. 2015 Ruggeri & C.

Valdobbiadene Rive di San Pietro di Barbozza Brut Nature Grande Cuvée del Fondatore Motus Vitae 2013 Bortolomiol

Valpolicella Cl. Sup. Camporenzo 2013 Monte dall'Ora

Valpolicella Sup. 2012 Marco? Mosconi

Valpolicella Sup. 2013 Roccolo Grassi

Valpolicella Sup. Mithas 2012 Corte Sant'Alda

Venezia Cristina V. T. 2013 Roeno