La Raia: l'agricoltura biodinamica al servizio del grande Gavi e della Barbera del Piemonte

Il Gavi o Cortese di Gavi, DOCG piemontese dal 1998, è sicuramente uno dei vini bianchi più importanti del nostro Paese tanto che in passato il Governo italiano lo offriva durante i pranzi ufficiali come ad esempio è accaduto per il G20 di San Pietroburgo.

Ottenuto esclusivamente da uve cortese, una varietà che ha un patrimonio che risale al 1600 anche se le prime testimonianze scritte su questa tipologia di uva le troviamo a partire da fini '800 quando il Conte Nuvolone, vicedirettore della Società Agraria di Torino, descrive il cortese in questo modo: "ha grappoli alquanto lunghetti, acini piuttosto grossi, quando è matura diviene gialla ed è buona da mangiare, fa buon vino, è abbondante e si conserva".

uva cortese

La zona di produzione si estende tra le colline dei comuni della provincia di Alessandria (Gavi, Bosio, Capriata d'Orba, Carrosio, Castelletto d'Orba, Francavilla Bisio, Novi Ligure, Parodi Ligure, San Cristiforo, Serravalle Scrivia) per cui, cartina geografica alla mano, si può facilmente comprendere come questo vino possieda  nel suo DNA una chiara impronta ligure visto che le vigne di cortese sono inserite all'interno di un microclima caratterizzato dalla costante presenza di brezze marine provenienti dal Golfo di Genova che, insinuandosi attraverso l'Appennino Ligure, donano a questo territorio un aria tersa e decisamente mediterranea.


Questo territorio, sospeso tra cielo e mare, non poteva non affascinare tanti nuovi investitori che, dopo la crisi degli anni '90 del Gavi, hanno cercato di dare nuovo lustro a questa storica denominazione attraverso progetti di rilancio di alto livello qualitativo. Nasce su questi basi il progetto La Raia, azienda di circa 180 ettari totali che Giorgio Rossi Cairo (fondatore di Value Partners) nel 2003 ha acquisito con l'obiettivo di valorizzare il suo potenziale anche attraverso l'ausilio dei principi dell'agricoltura biodinamica che hanno portato l'azienda già nel 2007 ad essere certificata Demeter.

i vigneti aziendali

I 42 ettari di vigneto de La Raia, piantati a cortese e barbera, possono pertanto godere di tecniche agricole assolutamente naturali che prevedono, ad esempio, sovescio tra i filari, uso del corno letame dinamizzato e stallatico per fertilizzare, assenza di pesticidi, modiche quantità di rame e di zolfo di cava, potatura che segue la fase discendente della luna e ripristino della rotazione dei terreni con il recupero di coltivazioni antiche come il farro monococco, il farro dicocco, il farro spelta e la segale.


La Raia produce tre tipologie di Gavi (Gavi DOCG, Gavi DOCG Riserva e Gavi DOCG Pisé) e due tipologie di Barbera (Piemonte DOC Barbera e Piemonte DOC Barbera Largé) che vengono vinificati all'interno di una cantina costruita seguendo i dettami di un’antica tecnica costruttiva naturale eco-sostenibile, quella del Pisé, che è ha portato alla realizzazione di un muro di 40 metri usando, grazie all'abilità dell’architetto austriaco Martin Rauchla terra proveniente dai lavori di sbancamento la quale, insieme ad altra presa dai campi circostanti, è stata dosata e mescolata per grana, colore e consistenza fornendo un risultato finale di altissima organicità.

la cantina in pisé
interno cantina

Recentemente ho degustato tre vini de La Raia.  Il primo è stato il Gavi DOCG 2015 le cui vigne di cortese, al cui età varia tra i 9 e i 25 anni, sono a corona intorno alla cantina. Il vino, che fa solo acciaio e viene messo in bottiglia dopo una affinamento sui lieviti di circa 3/4 mesi, ha un corredo aromatico molto diretto che ricorda la pera matura, i fiori bianchi e le erbe aromatiche. Al sorso si caratterizza per la sua "orizzontalità" ovvero per espandersi sul palato in maniera coinvolgente nonostante non sia un campione di persistenza e dinamicità. Ottima la beva.


L'altro vino degustato è stato il Gavi DOCG Riserva 2014 il cui vigneto, chiamato Madonnina, si trova trova su una collina che guarda a sud-est e ha viti di circa 60 anni. Dal punto di vista enologico questa Riserva si caratterizza per una fermentazione in acciaio inox a cui segue, una volta ottenuto il vino, un ulteriore travaso in vasca per circa sei mesi. Al termine di quest’affinamento il vino viene imbottigliato e prosegue l’affinamento per altri sei mesi in bottiglia prima di essere immesso sul mercato. Rispetto al Gavi 2015, questa Riserva si caratterizza per un quadro olfattivo maggiormente complesso che rimanda alla mela golden, agli agrumi canditi e alla nocciola anche se, a mio avviso, il tutto è ancora troppo compresso. Sorso energico, sapido e netto nella chiusura dotata di morbida persistenza. Ha ancora tanto tempo davanti a sé e l'evoluzione in bottiglia non potrà che dipanare una matassa che oggi è ancora troppo intricata per una giusta valutazione finale.


Chiudiamo la degustazione con il Piemonte Barbera DOC 2014 le cui vigne, di circa 15 anni di età, sono poggiate su terreno marnoso e calcareo e si estendono a circa 380 metri s.l.m. in posizione sud. Questo storico rosso piemontese, che a La Raia fermentano e affinano solo in acciaio, è stata una piacevolissima sorpresa per il sottoscritto il quale, senza avere particolari aspettative, ha invece scoperto che questa terra di grandi bianchi è particolarmente adatta anche a produrre Barbera di eccellente golosità e bevibilità. Consiglio spassionato: portate il vino a 14° e poi versatelo nel bicchiere. Tempo mezz'ora, a dire tanto, e cercherete un'altra bottiglia da aprire. 


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