Sorsi di Chianti Classico

L'AIS Roma ha riaperto l'anno accademico portando nella capitale una nutrita truppa di produttori chiantigiani che hanno presentato al fino troppo nutrito pubblico romano le ultime annate in commercio.

Purtroppo questo tipo di degustazioni a banchi di assaggio, con tanto di folla sgomitante alla ricerca dell'aperitivo fighetto, non mi hanno permesso di avere una panoramica completa dell'offerta enologica della serata. Anzi, posso dire che mi è andata di culo se sono riuscito ad approfondire cinque/sei produttori sui cinquanta presenti per cui, di seguito, le note di degustazione sono estremamente parziali e riguardano solo la mia personale selezione chiantigiana.

Chianti Classico "Coltassala" 2008 - Castello di Volpaia (sangiovese e mammolo): da un solo vitigno posto a 450 metri s.l.m. nasce questo vino che sprigiona sentori di prugna, marasca, pepe nero. Bocca abbastanza fresca, sapida, con fitti tannini e chiusura speziata. Sarà apprezzato dagli amanti dei Chianti "pop". 


Chianti Classico Riserva "Rancia" 2009 - Felsina  (100% sangiovese): non c'è nulla da fare, questo Chianti rimane sempre buono e di grande bevibilità anche quando è giovane e scalpitante. Elegante, minerale, succoso, fresco, cosa chiedere di più ad un vino che è già leggenda?


I Sodi di S. Niccolò 2008 - Castellare di Castellina (sangioveto 85%-90% e malvasia nera 15-10%): non è un Chianti Classico ma, come per altri vini mito, rimane un sorso emozionante. Quest'annata, in particolare, genera un vino molto mediterraneo a cui si aggiungono tracce di sandalo e tabacco. In bocca è equilibrato, sapido, con tannini di buona fattura. Ancora giovane darà il meglio di sè tra qualche anno.

Chianti Classico Riserva "Borro del Diavolo" 2008 - Ormanni (100% sangiovese): anche con questo Chianti non si sbaglia (quasi) mai. Questa annata regala un vino profondo, minerale, con velati profumi di terra rossa, sottobosco, spezie e sprizzante balsamicità. In bocca è compatto, caldo, sontuoso. Ha tutto le caratteristiche per farci godere a  lungo.


Chianti Classico Riserva 2008 - Castello della Paneretta (90% sangiovese e 10% canaiolo): in molti di indicavano di passare al banco n°10 dove c'era un Chianti davvero interessante. Avevano ragione. Questa Riserva, affinata in botti grandi di 30 Hl, ha un naso fresco con ricordi di frutta di rovo, foglie di tabacco, corteccia di pino, violetta. Bocca elegante, equilibrata, scorrevole, con notevole nota sapida e freschezza in chiusura di sorso. L'Espresso lo scorso hanno gli ha dato 18.5. Bravi, piacevole sorpresa davvero!


Chianti Classico 2010 - Monteraponi  (90% sangiovese e 10% canaiolo): il vino del  Braganti è davvero buono, a partire da questo Chianti base che, sebbene in bottiglia da pochi mesi, è davvero buono e dotato di bevibilità sorprendente. Se tanto mi dà tanto, questa annata promette davvero bene. 

Chianti Classico Riserva “Il Campitello” 2008 – Monteraponi (90% sangiovese, 8% canaiolo, 2% colorino): è il vino che più mi è piaciuto tra quelli degustati durante la serata romana. Non c’è nulla da fare, il terroir di Monteraponi riesce a sfornare dei vini di rara eleganza e profondità. Tutto in questo vino è al punto giusto anche se non è certo un mostro di complessità come la Riserva “Baron Ugo” che a sto punto aspetto con grande ansia.  


Chianti Classico Riserva “Il Poggio” 1998 - Castello di Monsanto (90% sangiovese, 7% canaiolo, 3% colorino)  : appena l’ho visto ho gridato:”E’ mio!!!. Era, penso, l’unica vecchia annata presente in degustazione e, per chi come me ha partecipato alla verticale di un anno fa a Roma, questo vino rappresentava una perla di riprovare. Naso affascinante, ferroso, terroso, sembra di entrare in una vecchia cava abbandonata. Poi, col tempo, escono le note di fiori secchi e spezie nere. Bocca tradizionale, imponente, morbidezze e durezze del vino sono quasi perfettamente fuse per donare un sorso di grande eleganza e persistenza. E’ un vino mito e questo assaggio, per l’ennesima volta, lo ha dimostrato.

Tre Bicchieri 2013 Lombardia Gambero Rosso

Franciacorta Brut Collezione Esclusiva 2004 Cavalleri
Franciacorta Brut Nature 2008 Barone Pizzini
Franciacorta Cellarius Brut 2008 Berlucchi
Franciacorta Dosaggio Zero Francesco Iacono Riserva 2004 Villa Crespia – Fratelli Muratori
Franciacorta Dosaggio Zero Gualberto 2006 Ricci Curbastro
Franciacorta Extra Brut 2006 Ferghettina
Franciacorta Gran Cuvée Pas Operé 2006 Bellavista
Franciacorta Pas Dosé N.M. Cavalleri
Franciacorta Rosé Extra Brut Cuvée Annamaria Clementi Riserva 2004 Ca' del Bosco
Franciacorta Satèn Soul 2006 Contadi Castaldi
Lugana Brolettino 2010 Ca' dei Frati
Lugana Fabio Contato 2010 Provenza
Oltrepò Pavese Pinot Nero Brut 1870 Gran Cuvée Storica 2008 Giorgi
Oltrepò Pavese Pinot Nero Brut Classese 2006 Monsupello
Oltrepò Pavese Pinot Nero Metodo Classico Brut More 2008 Castello di Cigognola
Oltrepò Pavese Pinot Nero Noir 2009 Tenuta Mazzolino
Sforzato di Valtellina Sfursat 5 Stelle 2009 Negri Nino
Sfurzat di Valtellina 2008 Rainoldi
Valtellina Superiore Riserva 2009 Dirupi
Valtellina Superiore Riserva 2009 Mamete Prevostini

Tre Bicchieri 2013 Sardegna Gambero Rosso

Alghero Rosso Marchese di Villamarina 2007 Sella & Mosca
Buio Buio 2010 Mesa
Cannonau di Sardegna Dule Riserva 2009 Gabbas
Cannonau di Sardegna Josto Miglior Riserva 2009 Antichi Poderi di Jerzu
Capichera 2011 Capichera
Carignano del Sulcis Is Arenas Riserva 2008 Sardus Pater
Carignano del Sulcis Superiore Terre Brune 2009 Cantina Santadi
Carignano del Sulcis Tupei 2010 Cantina Calasetta
Carignano del Sulcis 2009 6Mura
Hortos 2008 Cantina Dorgali
Surrau 2009 Vigne Surrau
Turriga 2008 Argiolas
Vernaccia di Oristano Riserva 1988 Contini

Ho bevuto i vini turchi e.....

....forse dovrebbero rivedere qualcosa anche se, la premessa è d'obbligo, bere quattro o cinque vini locali non significa avere una panoramica completa della loro produzione. Anzi.

Però quattro indizi, cioè i vini da me degustati, fanno una prova, cioè che in Turchia si produce vino senza una personalità specifica e strizzando l'occhio alla massa, turisti non islamici in primis, con un uso del legno tarato per il mercato anglossassone. Parker da queste parti lo vedono come una sorta di ancora di salvezza e, a ben vedere, non posso dar torto ai pochi produttori presenti che, da veri reazionari, cercano di vendere alcol in un paese dove la religione lo vieta.

Il consumo di alcolici non è frenato solo dall'Islam ma anche dallo stesso Stato che tassa in maniera imbarazzante le poche bottiglie di vino che trovi in commercio nei supermercati col rischio di pagare un Tavernello locale come un Supertuscan. Non vi dico poi cosa significhi prendere del vino, se lo trovi, al ristorante. 150/170 lire turche, circa 80 euro, per vini che in Italia farebbero fatica a vendersi in qualsiasi ipermercato.

Un pò spauriti da questo contesto "contro" abbiamo acquistato al market di Oludeniz il nostro primo vino turco, un Anfora (maestro perdona loro) 2009 della cantina Pamukkale da uve autoctone Öküzgözü e Boğazkere. Prendere uno shiraz o un merlot turco..no grazie.

Anfora 2009

Sia al naso che in bocca questo blend di uve autoctone conferma la premessa al post di oggi, si tratta di un vino semplice, dagli aromi di fruttini rossi "tostati" da un legno ancora percettibile. Al palato risulta snello, quasi privo di tannino, scorrevole come una bevanda fruttata. Devo ammettere che con i 43° dell'estate turca il vino, leggermente freddo, scendeva giù discretamente. Vino privo di difetti, facile ma poco emozionale.

Gli altri tre vini li ho degustati ad Istanbul grazie ai miei amici Gianluca e Özke di Scoprire Istanbul che ci hanno portato in un bellissimo wine bar del quartiere Beşiktaş (si, proprio quello della squadra di calcio).

Stavolta abbiamo bevuto un pò di vino della produzione dell'azienda Corvus, situata sull'isola di Bozcaada e di proprietà del designer turco Res it Soley.

Di questa cantina molto trendy il primo vino degustato è stato l'AEGEA 2007 (100% Kuntra), un rosso più interessante dell'Anfora bevuta in precedenza se non altro per una maggiore complessità olfattiva che qua richiamava le note di liquirizia e pepe. In bocca questo Kuntra rimane abbastanza anonimo, leggero, poco tannico, con una nota amare finale da digestivo che presumo dipenda da un legno forse mal digerito.


AEGEA

L'altro vino bevuto è stato il Rarum 2007, blend di Kuntra e Karalahna, un bicchiere moooolto di stile internazionale che ad occhi chiusi, potresti scambiare per un qualsiasi cileno o argentino. Quando parlavo di personalità del vino turco mi riferivo a questo assaggio in particolare.
 
Rarum

Un Passito 2008 (100% Vasilaki) ha terminato la nostra degustazione. Non ho sbagliato nome, la Corvus ha esattamente usato il termine passito per indicare il loro unico vino dolce e anche questo, permettetemi, rappresenta un furbizia evitabile. Chiamate il vino dolce col vostro nome senza scimmiottare produzioni e tradizioni alloctone. 

Sì, vabbè, ma come era sto Passito? Onesto, forse troppo  morbido per i miei gusti.

Nota finale: spesso e volentieri al ristorante e anche al supermercato si trovano vecchie annate dei vini, non rarissimo trovare anche millesimi anteriori al 2007. Il motivo non deve essere rintracciato nella volontà di scimmiottare la scuola francese ma, semplicemente, alla mia domanda mi è stato risposto che i vini vintage li trovi perchè non si riescono a vendere e le cantine traboccano di stock di "vecchi" vini...


Tre Bicchieri Campania 2013 Gambero Rosso

Greco di Tufo 2011 - Di Prisco
Greco musc’ 2010 -  Contrade di Taurasi
Cupo  2010 - Pietracupa
Fiano di Avellino Vigna della Congregazione 2010 - Villa Diamante
Fiano di Avellino 2010 - Ciro Picariello
Cilento Fiano Pietraincatenata 2010 - Maffini
Costa d’Amalfi Fiorduva 2010 - Marisa Cuomo
Taurasi Radici 2008 - Mastroberardino
Taurasi Vigna Macchia dei Goti 2008 - Caggiano
Taurasi Poliphemo  2008 - Tecce
Taurasi Renonno 2008 - Molettieri
Taurasi Piano di Montevergine Ris. 2007 - Feudi di San Gregorio
Taurasi Riserva  2006 - Di Meo
Montevetrano 2010 - Montevetrano
Terre di Lavoro 2010 - Galardi

Pallagrello Nero Ambruco 2010 - Terre del Principe
Sabbie di Sopra il Bosco 2010 - Nanni Copè

Tre Bicchieri Marche 2013 Gambero Rosso

Barricadiero 2010 Aurora

Il Pollenza 2009 Il Pollenza

Kurni 2010 Oasi degli Angeli

Rosso Piceno Superiore Roggio del Filare 2009 Velenosi

Verdicchio dei Castelli di Jesi Brut Ubaldo Rosi Riserva 2006 Colonnara

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Crisio Riserva 2010 Casal Farneto

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Il Cantico della Figura Riserva 2009 Felici And
rea

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico San Sisto Riserva 2009 Fazi Battaglia

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Stefano Antonucci Riserva 2010 Santa Barbara

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Capovolto 2010 La Marca di San Michele

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Pallio di San Floriano 2011 Monteschiavo

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Podium 2010 Garofoli

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore San Michele 2010 Vallerosa Bonci

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Vecchie Vigne 2010 Umani Ronchi

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Vigna Novali Riserva 2009 Terre Cortesi Moncaro

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Villa Bucci Riserva 2009 Bucci

Verdicchio di Matelica Mirum Riserva 2010 La Monacesca

I Vignaioli dell'Etna a Roma questo fine settimana

La stagione autunnale 2012 inizia con un nuovo evento voluto da Tiziana Gallo e legato a una delle massime espressioni della vitivinicoltura siciliana, quella etnea. Il 15 e il 16 settembre saranno due giornate dedicate ai vini del Vulcano, una terra magica, antica, dove l’uomo ha dovuto convivere per millenni con lo sguardo rivolto verso l’alto, perennemente attento all’attività dei crateri.

Vignaioli dell'Etna vuole portare a Roma gli straordinari vini di una realtà in cui gli impervi vigneti delimitati da muretti in pietra lavica sono coltivati ad alberello sulle pendici della montagna, secondo la tradizione iniziata dalla dominazione greca. Siamo nella patria di vitigni autoctoni come il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio, il Carricante e la Minnella, che su questo terreno vulcanico sabbioso riescono a raggiungere la loro massima espressione. La “Montagna di Fuoco”, cosi definita da Salvo Foti - uno dei pionieri del recupero della viticoltura etnea - sulla costa orientale della Sicilia è un maestoso punto di riferimento, un dominatore silenzioso capace di condizionare, nel bene e nel male, l’esistenza di migliaia di abitanti: dal Vulcano gli anziani agricoltori per secoli hanno ricavato premonizioni, auspici e previsioni climatiche, tramandandone il fascino e cercando di concentrarlo nei prodotti della terra e soprattutto nel vino.

Ogni versante che si dirama dalla cima del cratere regala dei vigneti singolari e diversi nelle loro espressioni, anche solo per pochi metri di distanza l'uno dall'altro. A rappresentare la sorprendente esperienza delle viticoltura etnea saranno diciassette produttori, appartenenti alle quattro pareti del vulcano, che proporranno sui banchi d’assaggio le differenti e personali interpretazioni delle varietà che contraddistinguono l’enologia etnea: Barone di Villagrande, Benanti, Calcagno, Ciro Biondi, I Custodi delle Vigne dell’Etna, Edomè, Feudo Cavaliere, Girolamo Russo, Graci, Mannino Giuseppe, Passopisciaro, Tasca d’Almerita, Tenuta di Fessina, Terrazze dell’Etna, Terre dell’Etna, Valcerasa e I Vigneri, oltre alle prelibatezze dolciarie di Donna Elvira, una delle migliori pasticcerie dell’isola e alle specialità gastronomiche del Corriere Marchigiano, che ormai abbiamo imparato a conoscere negli eventi organizzati da Tiziana Gallo.


L’appuntamento è nelle eleganti sale dell’Hotel Victoria, in via Campania 41, di fronte a Villa Borghese e a cento metri da Via Veneto, e gli orari previsti sono sabato 15 settembre dalle 14 alle 20 e domenica 16 settembre dalle 12 alle 20.
È la prima volta che a Roma si possono assaggiare, tutti assieme, i vini dei più importanti produttori del Vulcano ed è per questo che Vignaioli dell’Etna è un evento a cui gli enofili di tutte le categorie non possono proprio mancare!

Tutte le info sull'evento le trovate al seguente link.

Io ci sarò sabato e so che anche qualche sbevazzone sarà dei nostri...Beoni compresi!!

La Festa de la Fil Loxera in Spagna

Una delle feste del vino più originali si tiene in Spagna a Sant Sadurní d'Anoia, 50 Km da Barcellona: La Festa de la Fil·loxera. 

Oddio, detta così sembra un controsenso visto che la fillossera è un fitofago della vite che negli anni passati ha creato dei veri e propri disastri agricoli.

La fillossera. Foto: http://www.fil-loxera.com

Ma perchè allora da quelle parti in Spagna c'è tripudio? Semplicemente si festeggia l'aver sconfitto la fillossera che, a ben vedere, nel piccolo paesino di Sant Sadurní d'Anoia ha portato sopratutto cambiamenti positivi visto che, da quel momento in poi, sono stati impiantati in zona vitigni come Macabeo, Xarel.lo e Parellada. Grazie alla fillossera, pertanto, Sant Sadurní d'Anoia ha imboccato la strada della grande produzione di Cava, una scelta che oggi garantisce al territorio grandi profitti e notorietà. 

Perchè non festeggiare allora?? Via con i carri a forma di insetto per tutta la città!!! 






Wine Blogger per passione, certo, ma non stupidi

Non vi dirò chi o per quale motivo ho ricevuto questa proposta di collaborazione ma, dopo averla letta e riletta mi è venuto in mente il post che Agnese Gambini, food blogger, ha scritto qualche tempo fa sulla relazione tra blogger e aziende.

A me, come dicevo, è arrivata nel mese di Agosto una mail con la quale XXX mi proponeva un possibile coinvolgimento per diffondere un certo XXX.

All'inizio ho pensato che non ci fosse problema visto che, normalmente, questo tipo di attività "promozionali" le gestisco da solo sul mio blog senza essere invitato a farlo. 

La cosa interessante è avvenuta con la successiva mail con la quale mi si proponeva la veste di blogger accreditato se avessi espletato le seguenti attività:
  • un articolo generico da pubblicare sul tuo blog in questi giorni o, al massimo, entro agosto
  • un intervento per creare aspettativa
  • una serie di articoli relativi alle tue esperienze nel corso della XXX
  • articoli di riepilogo 
A queste attività, sarebbe opportuno affiancare un corrispondente battage sui canali social di Percorsi di Vino.
    P.S.: importante inserire negli articoli i riferimenti alle fonti ufficiali di XXX, ovvero:
    Sito web: XXX
    Pagina Facebook: XXX
    Twitter: XXX
    e, nei tweet, inserire l'hashtag ufficiale: XXX

    Capirete voi che, vista la mole di lavoro assimilabile ad una web agency o ad un social media partner, ho declinato gentilmente l'invito che sarebbe diventato troppo oneroso per me visto anche che tutto questo andrebbe fatto GRATIS con in cambio al massimo la possibilità di avere delle interviste in esclusiva a tizio e caio con ingresso privilegiato (grazie, molto gentili).

    La domanda che mi faccio è: perchè devo fare un lavoro di social media marketing per tizio quando questo non è certamente una ONLUS e dispone di un  team che sicuramente è pagato per fare il suo lavoro? 

    Sapete qual'è il male dei blogger? Che molti, troppi, pensano che siamo qua a ricercare SEMPRE la massima visibilità che, dovete sapere, dovrebbe essere cercata con la qualità dei post e non per la...quantità.

    Percorsi di Vino è un piccolo blog di periferia però sappiate che anche da queste parti la serietà e un certo tipo di lavoro hanno valore. Sempre.

    Foto: ifiglidipratt.com

    Dallo Champagne al Moscato dolce il passo è breve

    Ogni volta che leggo Yahoo Answers mi ammazzo dalle risate anche se subito dopo mi deprimo terribilmente pensando che in Italia c'è ancora tanto da fare in tema di cultura del buon bere.

    Alla domanda di un utente che cercava legittime delucidazioni sullo champagne è entrata a gamba tesa una astuta ragazza che in pratica gli ha detto che.....

    Clicca sull'immagine per vedere meglio


    Quindi, lasciate stare sto prodotto francesce e apritevi un Asti Spumante che anche se abbinato ad con una costata di manzo non lo avranno bevuto tutti...

    Sei il mio mito da oggi, sappilo!!


    Tre Bicchieri Trentino 2013 Gambero Rosso


    Altemasi Riserva Graal 2004 - Cavit
    Methius - Dorigati
    Perlè Nero 2004 - Ferrari
    Brut Riserva 2006 - Letrari
    Aquila Reale 2006 - Cantina La Vis
    Balter Riserva 2006 - Balter
    Riserva del fondatore Mach - Istituto Agr. di San Michele
    Ternet Teroldego "Schwarzhof" 2010 - Zeni
    San Leonardo 2007 - Tenuta S. Leonardo
    Fratagranda 2008 - Pravis

    Tre Bicchieri 2013 Puglia e Calabria Gambero Rosso


    PUGLIA
     
    Es Primitivo di Manduria Doc 2010 - Gianfranco Fino
    Salice Salentino Rosso Doc Selva Rossa 2009 - Due Palme
    Polvanera 17 Primitivo Gioia del Colle Doc 2009 - Polvanera
    Vigna Pedale Castel del Monte Rosso Doc 2009 - Torrevento
    Salice Salentino Doc Riserva 2009 - Cantale
    Sierma 2009 - Carvinea
    Old Vines 2009 - Morella
    Torcicoda Primitivo del Salento 2010 – Tormaresca

    CALABRIA

    Gravello 2010 - Librandi
    Moscato di Saracena 2011 – Cantine Viola

    Tre Bicchieri 2013 Emilia Romagna Gambero Rosso


    Cavicchioli - Vigna del Cristo 2011
    Chiarli - Lambrusco Sorbara del fondatore 2011
    Medici - Reggiano Lambrusco Concerto 2011
    San patrignano - Sangiovese superiore Ora 2011
    Francesconi Paolo - Sangiovese superiore Limbecca 2010
    Fattoria Zerbina - Marzieno 2008
    Balia di zola - Sangiovese riserva Redinoce 2009
    Villa trentola - Il moro Sangiovese riserva 2009
    Casetto dei mandorli - Nicolucci - Sangiovese riserva Vigna del generale 2009
    Villa Papiano - Sangiovese riserva i probi di papiano 2009
    Il Pratello - Mantignano Vecchie vigne Sangiovese 2008
    Gallegati - Albana di Romagna passito riserva Regina di cuori 2009

    Il vino diventa motivo di tensione internazionale tra Turchia, Israele e Palestina

    Non potrei mai essere un buon musulmano, bevo troppo alcol e penso troppo al sesso però, a volte, per farli incazzare certa gente ce la mette tutta.
    Alcune agenzie di stampa hanno riportato che nelle ultime ore c'è della "maretta" tra Israele, Turchia e Palestina a causa dell'organizzazione del Be'er Sheva Wine Festival che qualche fenomeno ha deciso di mettere in piedi nella piazza attigua alla Grande moschea cittadina.

    La location della disputa. Fonte: http://vestnikkavkaza.net

    La Turchia, seguita dalla Palestina, non si sono fatte sfuggire l'occasione per tirare le orecchie agli organizzatori. In particolare il Professor Muhamed Gurmiz, capo della Direzione turca per la religione, ha inviato una lettera ad Israele sollecitando il rispetto per i musulmani e per convincere la società che organizza il festival di tenere altrove la festa visto che la location è considerata sacra ed è un monumento dell'Impero Ottomano.

    Nel frattempo Israele ha espresso sorpresa per le accuse ricordando che il festival si svolge per la sesta volta nello stesso luogo senza che nessuno abbia avuto problemi con esso. Il festival, si tiene a sottolineare, si tiene inoltre decine di metri di distanza dal recinto della moschea per cui, il  monumento è particolarmente lontano.

    Momenti del Festival del 2011. Foto: http://www.katherinemartinelli.com

    A tutto questo si aggiungono le minacce di gruppo massimalista palestinese attivo a Gaza - i Comitati di resistenza popolare (Crp) -  che, secondo l'Ansa, minaccia di aprire le porte dell'inferno se la manifestazione avrà luogo.

    Come finirà la vicenda? Le ultime notizie parlano di una ritirata dell'organizzazione che sta pensando di proporre il festival a debita distanza. E te credo...

    Che tristezza, siamo nel 2012 e ancora il vino e la religione può dividere i popoli. A volte mi sento fortunato a vivere in Italia....


    Tre Bicchieri 2013 Sicilia Gambero Rosso


    Doc Etna bianco 2011 Cottanera
    Doc Etna Bianco A’Puddara 2010 Tenuta di Fessina
    Doc Etna bianco Quota 600 2010 Graci
    Doc Etna Rosso Santo Spirito 2010 Tenuta delle Terre Nere
    Etna rosso Archineri 2010 Pietradolce
    Doc Etna Feudo 2010 Girolamo Russo
    Doc Etna Rosso Cirneco 2009 Terrazze dell'Etna
    Contrada Porcaria 2010 Passopisciaro
    Rosso del Soprano 2010 Palari
    Saia 2010 Feudo Maccari
    Duca di Castelmonte Tripudium Rosso 2009 Pellegrino
    Noà 2010 Cusumano
    Cygnus 2010 Tasca d'Almerita
    Ben Ryè 2010 Donnafugata
    Ribeca 2010 Firriato
    Docg Cerasuolo di Vittoria Giambattista Valli ’09 Feudi del Pisciotto
    NeroMaccarj 2008 Gulfi
    Chardonnay 2010 Planeta
    Chardonnay Grand Cru 2010 Tenuta Rapitalà


    Tre Bicchieri 2013 Montalcino Gambero Rosso

    Riporto quanto pubblicato dal sito Montalcino News. Non posso essere che orgoglioso per due ragazzacci di talento come Luciano Ciolfi di San Lorenzo e Riccardo Campinoti de Le Ragnaie. Bravi!!!

    Brunello di Montalcino Bramante 2007 - San Lorenzo
    Brunello di Montalcino 2007 - Baricci
    Brunello di Montalcino 2007 - Canalicchio di Sopra
    Brunello di Montalcino 2007 - Le Chiuse
    Brunello di Montalcino 2007 - Poggio di Sotto
    Brunello di Montalcino Vigna Poggio Ronconi 2007 - Citille di Sopra
    Brunello di Montalcino Vecchie Vigne 2007 - Le Ragnaie
    Brunello di Montalcino Altero 2007 - Poggio Antico
    Brunello di Montalcino 2007 - Fanti
    Brunello di Montalcino 2007 - Val di Suga Tenimenti Angelini
    Brunello di Montalcino Riserva 2006 - Biondi Santi
    Brunello di Montalcino Riserva 2006 - Capanna
    Brunello di Montalcino Ugolaia 2006 - Lisini
    Brunello di Montalcino Riserva 2006 - Caprili
    Brunello di Montalcino Collezione Arte 2006 - Donna Olga
    Brunello di Montalcino Cerretalto 2006 - Casanova di Neri
    Brunello di Montalcino Poggio al Vento Riserva 2004 - Tenuta Col d’Orcia


    Juvé y Camps : la Spagna ha il suo Cava Metodo Classico

    E' molto bello e stimolante girare per degustazioni di vino perchè c'è sempre da imparare qualcosa. 
    Venire a conoscenza dell'esistenza di tre uve chiamate Parellada, Macabeo e Xarel.lo, faccia da babbeo compresa, non dovrebbe aver prezzo. Soprattutto se, subito dopo, il produttore ti fa la Domanda......

    "Con questi tre vitigni tradizionali ci facciamo il nostro Cavate conosci il Cava spagnolo del territorio del Penedès? Conosci già Juvé y Camps?"

    Il gelo. La paura di rispondere che di... Juve conosco soltanto la squadra di calcio da me odiata. Fortunatamente Toni Chorto' anticipa la mia risposta, parlandomi dell'azienda e del suo territorio.

    Ci troviamo nel Penedès, in piena Catalogna, a pochi chilometri da Barcellona e Terragona, in una zona che da sempre, già dall'epoca romana, respira vino. 
    Diviso in Alta, centrale e bassa Penedès, il territorio ha tra i suoi più importanti centri Villafranca del Penedès, con il suo museo della Cultura del vino, e Sant Sadurnì d'Anoi, località conosciuta espressamente per il cava e, guarda un pò, sede di Juvé y Camps.

    La Regione del Penedès

    Sempre causa ignoranza acuta ed un filino galoppante non sapevo che Juvé è un cognome storico in quell'angolo di terra di Spagna visto che, già nel 1796, Joan Juvé Mir, viticoltore molto lungimirante, vi fondà la sua azienda che con gli anni, nonostante il flagello della fillossera, crebbe di qualità spingendo tutta la regione verso un nuovo risorgimento vinicolo.

    Nel 1921 la svolta: Joan Juvé Baqués, nipote del fondatore, sposa Teresa Camps Farré e viene lanciato il primo spumante a marchio "Juvé", elaborato nelle cantine sotterranee dello stabilimento di Sant Sadurni d'Anoia. 
    La storia recente parla ormai di Juvé y Camps come una delle più importanti realtà spumantistiche spagnolo con oltre 2700 ettari vitati ed una produzione che spesso e volentieri allieta le tavole della famiglia reale spagnola e del Governo di Spagna.

    Alla fine della spiegazione, sgomento, mi domando: "E in tutto questo io dove sono stato?"

    Devo recuperare terreno, alzo il calice e chiedo che venga riempito di quello che, strabuzzando gli occhi, è un Brut Nature: Reserva de la Familia 2008. Questo cava metodo classico, mi preme ribadirlo, è composto da uve Macabeo, Xarel.lo, Parellada ed un tocco di Chardonnay e, già al naso, ti stupisci per quella complessità ed eleganza che non attribuiresti al Cava. Della serie: se mi hanno sempre versato "ciofeche" (ah, La Rambla di Barcellona, che ricordi...) allora mi aspetto che la qualità media dello spumante spagnolo sia pari all'intelletto di Paris Hilton.

    Sbagliato! Il quadro aromatico stavolta parla di ricchezza e personalità composta da confettura di pesche, bergamotto, miele, frutta secca e pane tostato. La componente gustativa è ben modulata da struttura, freschezza e sapidità. Bilanciamento perfetto per un metodo classico ancora dal lungo futuro. Il vino viene sboccato dopo 48 mesi sui lieviti ed è prodotto in oltre 2.000.000 di unità. Quando la qualità fa rima con quantità.

    Foto:  http://cava.uvinum.co.uk

    Il Vintage Reserva Brut Cinta Purpura 2008, blend di uve Macabeo, Xarel.lo e Parellada dei vigneti della Alta Penedes. Al naso il vino si conferma di grande consistenza, una ventata di frutta gialla matura introduce sensazioni più delicate di fiori di campo e gesso. Al palato è cremoso, fresco, appagante, diretto. Il vino viene sboccato dopo 36 mesi sui lieviti ed è prodotto in oltre 700.000 unità.

    Foto:  http://www.flourish-and-prosper.com 

    Ringrazio Toni, mio nuovo catechista enologico. Da oggi, colmo di nuovo misticismo, potrò andare in giro per il mondo gridando a tutti:"Il Cava di qualità ESISTE!!"



    Nel "Wine Spectator’s Restaurant Wine List Award” 2012 ci sono quattro italiani

    Enoteca Pinchiorri a Firenze, La Pergola del Rome Cavalieri a Roma, Antica Bottega del Vino a Verona, Il Poeta Contadino ad Alberobello (Bari): i “fantastici 4” italiani delle carte del vino mondiale dei “Wine Spectator’s Restaurant Wine List Awards” 2012, i riconoscimenti assegnati ogni anno dalla prestigiosa rivista americana ai locali di tutto il mondo che si distinguono per la ricchezza, la varietà e la cura della loro cantina. 

    La cantina Pinchiorri - Foto: Porzioni Cremona

    E così, i “3 stelle” Michelin Enoteca Pinchiorri (di Giorgio Pinchiorri e Annie Feolde) a Firenze e La Pergola del Rome Cavalieri (di Heinz Beck) a Roma, la stella de Il Poeta Contadino (di Leonardo Marco) ad Alberobello e l’Antica Bottega del Vino (oggi di proprietà delle Famiglie dell’Amarone d’Arte e dalla Riseria Ferron) a Verona, sono i 4 alfieri italiani (sui 75 da tutto il mondo) che hanno conquistato il “Grand Award”, il massimo riconoscimento “dato ai ristoranti che mostrano senza compromessi la loro passione e devozione per la qualità dal vino che propongo”, si legge su www.winespectator.com. 

    Un premio che la rivista riserva, di solito, a ristoranti che offrono più di 1.500 etichette, una grande varietà di produttori e di annate, anche vecchie, una selezione di grandi formati, il tutto in armonia con il menu, il locale, la presentazione e il servizio del vino. Classifica che, specifica “Wine Spectator”, viene redatta solo giudicando la carta dei vini, e non la cucina del ristornate nel suo complesso. Ma, di solito, l’eccellenza nel calice e nel piatto vanno di pari passo.

    Se volete dare uno sguardo alla carta dei vini di Pinchiorri cliccate qua